martedì 17 ottobre 2023

LA SALA D' ATTESA

 

                                                               LA  SALA  D' ATTESA



Un venerdì mattina alle ore 8 ero all'ospedale di Candiolo in prov. di Torino nella sala d'attesa n° 7 per una visita di controllo, prenotata da tempo.

Ospedale  di  Candiolo

 Dopo aver espletato alcuni esami, nel frattempo l'infermiera mi disse di attendere nella sala per essere chiamato in un secondo tempo,  mi sono seduto su una delle sedie che facevano capolino con le altre distribuite lungo le pareti.


sala  d'attesa

 
Dopo un certo tempo ero attorniato da altri pazienti che, come me aspettavano di essere richiamati, l'attesa era abbastanza lunga e questo lo sapevo, l'infermiera di turno mi aveva avvisato come tutti gli altri che dovevamo aspettare in bel pò, intanto per far passare il tempo scrutavo il mio cellulare e di sottecchi osservavo i movimenti delle persone presenti.

C'era un uomo difronte a me,  continuava imperterrito a digitare il suo cellulare mandando messaggi a tutto spiano, lo notavo per via del movimento veloce delle dita che premevano i tasti e per ultimo col dito medio premeva invio e con i suoi occhiali appiccicati sul naso proseguiva come se niente fosse il suo maneggio.


sala  d'attesa

  Un'altro alla mia sx si era addormentato con la bocca aperta emettendo un sibilo, la testa reclinata sulle spalle e ogni tanto si svegliava emettendo un grugnito e guardava quà e là e poi con le mani intrecciate sul grembo si appisolava nuovamente.


sala  d'attesa

 Sempre difronte, una bella ragazza dai capelli neri, lunghi, che gli cadevano sulle spalle con indosso una bella maglietta azzurra e un paio di jeans attillati,  ai piedi calzava un bel paio di scarpe sportive bianche, per ingannare il tempo, controllava il  cellulare, sorrideva e poi se lo metteva nella borsetta, accavallava le gambe e guardava in giro senza proferire parola ad alcuni.


sala  d'attesa

 Alla mia dx un signore leggeva la documentazione e i risultati delle sue analisi mediche racchiusi in una cartellina verde, aveva svariati fogli in mano e con un tic nervoso li rimetteva nella  custodia e poi la riapriva nuovamente sfogliandone il contenuto. 

Dalla parte opposta,  un tizio confabulava a bassa voce  con la moglie credo, la quale dopo un pò si alzò dalla sedia per passeggiare e sgranchirsi le gambe nel corridoio attiguo intrattenendosi con le infermiere di passaggio per attingere informazioni. 


corridoio  con  infermieri

C'era un uomo che, come è arrivato si è seduto ed ha iniziato a fare domande alla vicina di posto parlando ad alta voce, raccontandogli le sue peripezie ospedaliere, la donna che le era accanto dopo un paio di sorrisi e cenni di testa, infastidita si alzò e si allontanò in corridoio. 


sala  d'attesa


Una donna di mezza età,  stava in piedi con un foglio in mano appoggiata alla parete aspettando di essere chiamata, mentre accanto alla finestra della sala un signore di circa 60anni, osservava il grande balcone che si presentava ai suoi occhi, mi sembrava una persona educata, un pò timida, ben vestita che per tutto il tempo non aprì bocca, parlava al cellulare con voce flebile, capelli ben pettinati, fissava qualche volta le persone con occhi freddi di colore grigio come le nuvole, mai un sorriso, nemmeno un colpo di tosse, non so come facesse ad avere tanta pazienza a non muoversi e  non sgranchirsi le gambe, con indifferenza mi alzai e anch'io andai nel corridoio a far due passi scambiando qualche parola con l'infermiera di reparto.


corridoio  con  infermiera

 
Un paziente, stufo di aspettare si mise seduto con le sue lunghe gambe  di traverso un pò stravaccato, barba incolta,  capelli arruffati, età sulla settantina, stava con i piedi incrociati calzati da vecchi scarponi scoloriti e con aria annoiata e assonnata, volgeva lo sguardo distrattamente nella sala; accanto, due uomini parlottavano fra loro gesticolando e sorridendo come fossero  due amici di vecchia data.

 Una giovane ragazza sui 25anni, capelli scuri annodati sulla nuca a coda di cavallo, era intenta a leggere un libro che aveva fra le mani era molto impegnata nella lettura, sembrava talmente assorta che nulla intorno la infastidiva, ogni tanto si grattava la testa, si toccava un orecchio e dopo uno starnuto si soffiava il naso con un fazzolettino di carta, ma non mollava il libro.


sala  d'attesa

Una giovane donna era seduta con accanto due stampelle, forse aveva subito un  danno alla caviglia, infatti al piede dx aveva l'ingessatura e stava parlando al cellulare con un bel sorriso sulle labbra.
Nell'angolo della sala c'era una coppia di anziani, marito e moglie, lei sulla carrozzella non so se era handicappata o avesse qualche impedimento alle gambe, l'uomo era alle sue spalle con le mani appoggiate ai pomelli e la spingeva  verso il corridoio e poi ritornava nella sala,  parlottavano animatamente a bassa voce, gesticolando e  sorridendo;  il comportamento generale di queste persone in quel momento temporale di quella mattina, opprimente, noioso, tedioso, aspettavamo con ansia di essere convocati  dal medico di turno, finalmente verso l'una mi chiamarono e dopo il colloquio  mi avviai verso l'uscita, passando prima al bar dell'edificio a prendermi un caffè e poi mi recai  alla mia auto parcheggiata, per recarmi verso casa.

parcheggio  auto  dell'ospedale

 
Quello che voglio dire, è che le persone radunate in una piccola sala d'attesa di un' ospedale si notano, gente di tutti i ceti,  proveniente da varie città e paesi della regione e altri da diversi luoghi d'Italia che si concentrano nelle varie sale d'attesa per sottoporsi a visite mediche  ed avere di conseguenza delucidazioni e approfondimenti sulle analisi emesse dal medico secondo le loro patologie.

Un mondo di persone sconosciute che si studiano, si osservano, si confrontano,  si guardano negli occhi senza parlare, senza sorridere, il silenzio regna nella sala d'attesa per un breve periodo, ma alla fine quando qualcuno inizia a rompere l'incantesimo parlando col vicino di sedia o di posto, allora si abbassano le barrire dell'isolamento momentaneo della mattinata facendo pian piano conoscenza, confidenze, nascono amicizie e ognuno di noi esce da quella sala d'attesa, tra dubbi e incognite, sperando in ognuno di noi di avere in mano un futuro positivo e un sorriso in più.


Ospedale  di  Candiolo



CON  SIMPATIA, WILLY

NIZZA  MONFERRATO--17-10-2023

lunedì 2 ottobre 2023

L' AFFETTO E L' AMORE PER UNA PERSONA CARA

 

    L'AFFETTO  E  L'AMORE  PER  UNA  PERSONA  CARA


Un giorno andai in una casa di riposo a trovare un amico ricoverato da tempo, era già da un pezzo che l'avevo promesso  e mi aveva telefonato varie volte insistendo, voleva dirmi tante cose che gli erano successo in quel periodo. 

Era seduto sulla carrozzina, gli chiesi come stava, gli indicai la bella giornata, mi disse che si mangiava bene, che lo trattavano bene, ha delle amicizie e dorme nella stanza con un'altra persona molto socievole, lui è contento di vivere in questo luogo da novantenne, è la sua età.


alcuni ospiti della casa di riposo

 Nel frattempo gli allungai alcune vecchie foto che ricordano il suo passato quand'era giovane e bello in compagnia di belle amiche e baldi giovanotti, felici e sorridenti,  liberi e gioiosi, sorride nel vedersi accennando fatti, azioni e ricordi, "del bel tempo che fu", si emoziona, poi parla di fiori, della sua dentiera che fa un pò fatica a masticare, di libri,  gli piace molto leggere, ha buona memoria e divaga con i suoi pensieri astratti e dopo un pò vuol tornare nella sua stanza a riposare.


alcuni ospiti della casa di riposo

 Il locale è occupato da altri ospiti (pazienti) e vidi su una carrozzella a rotelle una bella signora dall'aspetto giovanile, sola, che guardava davanti a sè come se non vedesse niente e nessuno se non l'infinito dei suoi pensieri, la sua mente forse vagava quà e là senza afferrarne il senso, se non il nulla. 


altri ospiti della casa di riposo

L'amico mi disse, è malata di "demenza senile" e sta aspettando il marito che  viene  a fargli visita tutti i giorni; infatti, in quel momento lo vidi arrivare, un uomo dalla corporatura robusta, dal comportamento austero, fiero, dal carattere forte così credo, deciso, con un paio di occhiali da vista sul naso, con una bella capigliatura  bianca, ben vestito, un'età da settantenne così mi appariva la persona, mentre la moglie qualche anno in meno.


paziente assistita

 

Si sedette difronte alla consorte e da una certa distanza osservai i suoi gesti, le sue moine, il suo sorriso, il movimento delle labbra che senz'altro sussurravano parole gioiose e affettuose, ricordandogli il suo iter di vita prima della sua infermità, dei suoi figli, delle sue emozioni, tentando di farla sorridere e lei forse con qualche accenno della testa si dimostrava attenta, purtroppo questo disturbo ti fa perdere la memoria e  punti di riferimento con qualche sprazzo di lucidità mentale.


paziente assistita

Lui con un tono di voce chiaro, pacato, calmo, per farsi capire parlava lentamente usando parole semplici e brevi, dirette per non affaticarla. 

Scandiva parole circostanziate, dall'atteggiamento gentile, accogliente, ricordandogli che le sue eventuali reazioni negative dipendono dalla sua malattia.

Senz'altro per agire in questo modo a tu per tu con la moglie, il marito avrà avuto consigli come comportarsi e come parlare dai medici che curano questi casi.

 Ogni tanto qualche barlume di lucidità spaziava nella mente della consorte, in certi momenti sembrava che capisse ciò che il marito gli trasmetteva, mentre gli parlava la guardava direttamente negli occhi  dialogando con gestualità  e mimica facciale comprensibili per lei.

 Per un brevissimo tempo il silenzio, ma subito il consorte proseguiva il discorso pazientemente, con le mani gli accarezzava con amore il viso e i capelli con infinita tenerezza ed era già fin troppo che lui non si emozionasse con qualche lacrima ma ormai credo che avesse già fatto il callo.

 Continuando a stare seduto, si prodigava a fargli carezze e coccole sempre sorridente e gioioso, attirando la sua attenzione con un pettine, pettinandogli i capelli, porgendogli un bicchiere d'acqua per farla bere e una salvietta per pulirsi le labbra, sempre con gentilezza e semplicità e lei sembrava ricordare gli oggetti con piccoli cenni del capo e un vago sorriso. 

Vedere il comportamento di quest'uomo in un frangente così critico, pieno di vita e di salute  verso la moglie è paragonabile all'affetto e all'amore di un figlio verso una madre inferma che con devozione e pazienza infinita, tenacia e volontà, accetta senza risparmio di accudirla, curarla alleviandogli dolori, fatiche e sofferenze con un affetto filiale verso una persona cara, dolce e buona, ti fa dimenticare il peggio e ti ricorda quanto è bella e preziosa la vita  quand'era prima del malessere,  donandogli le cose più importanti della tua vita: il tempo, la tua attenzione e il tuo affetto e il tuo amore, sia del marito che da un figlio diventano all'unisono la stessa cosa e fa si che la persona cara se ne andrà serena e senza rimpianti. 


                       CON  AFFETTO  E  SIMPATIA,  WILLY

                                    NIZZA  M.     02-OTTOBRE-2023