domenica 29 dicembre 2019

AI NONNI CHE NON HO MAI CONOSCIUTO




                AI  NONNI  CHE  NON  HO  MAI  CONOSCIUTO


Io non ho mai conosciuto i nonni paterni e materni, quando nacqui loro erano già scomparsi da tempo. 

Vado per ordine e per ora tento di analizzare e di parlarne in modo astratto dei genitori di mio padre Vittorio Colli Tibaldi e di mia madre Onorina Valfrè di Bonzo.

 
I nomi dei miei nonni paterni erano: Guido Colli Tibaldi e Beatrice Ambrogini, mentre per i materni erano: Adolfo Valfrè di Bonzo e Alberta Asinari di San Marzano

I primi due nomi dei nonni elencati, li ho trovati su un documento militare di mio padre (nato a Vigevano nel 1901) che avevo richiesto all'archivio storico di Pavia per sapere il suo trascorso di ufficiale, utilizzandolo in futuro per un possibile mio scritto sulla vita della mia famiglia, lui non ne aveva mai parlato.
 
Onorina Valfrè di Bonzo

Un giorno mentre eravamo a tavola, mio padre accennò qualcosa sui genitori morti  ancora giovani, prima morì il padre e un anno dopo anche la madre, lasciando al mondo quattro figli maschi, tra cui mio padre Vittorio il più anziano e altri tre fratelli, Giovanni, Franco e Mario, che io conobbi in vita.

 Mio padre aveva 60anni e io 14 e quando si è troppo giovani e immersi in quel periodo di vita, i miei pensieri e le mie attenzioni si indirizzavano e si rivolgevano nel presente  e non nel passato, cosa potevo domandare in quel frangente?...un bel niente!





Vittorio Colli Tibaldi
  
Giovanni-Franco



Antonio 1960'






Mario

























La nostra famiglia era composta  da otto persone: i due genitori già citati in precedenza e da 6 figli, tra i quali: Guido il fratello maggiore, a ruota Beatrice la più anziana delle sorelle, Adolfina, Alberta, Leopolda, più il sottoscritto Antonio, ancora in cerca di lavoro, di guadagnare e di contribuire al benessere familiare dal quale mio padre doveva riprendersi dopo un momento di difficoltà, entrando come impiegato nella ditta Inves di Quattordio, per intraprendere  una seconda vita lavorativa.

Beatrice-Alberta-Adolfina- Leopolda-Antonio-Guido

Nessuno di noi aveva mai menzionato la vita trascorsa dei nostri cari nonni, può darsi che qualcuno delle mie sorelle, specialmente Beatrice che è del 34', ha conosciuto qualche nonno, ma non ne ha mai parlato e ora che ha raggiunto l'età di 85anni, se gli chiedo notizie del suo trascorso infantile non ricorda, ha poca memoria è come parlare al muro.

 Mio fratello Guido che era del 32', perciò il più anziano, era l'unico che poteva indicarmi qualcosa di più concreto, avendo vissuto qualche anno con loro e lo dimostra una vecchia foto ingiallita che ho trovato in un vecchio album che lo ritrae insieme alla sorella Beatrice e nonna Alberta e (di spalle i miei genitori).

Col senno di poi e con la convinzione di scrivere la nostra storia, il destino me lo portò via a 80anni e perciò il testimone oculare tace per sempre

 i  Genitori-,Nonna Alberta- Beatrice-Guido

 Le altre sorelle un pò più giovani forse sanno qualcosa ha tratti, a frammenti, più avanti proverò a sondare, ma noto che,  quando chiedo  informazioni su cose e fatti indietro nel tempo, le loro risposte sono sempre vaghe, non sono mai lineari, sono un pò sfuggenti, è come se gli dessi fastidio. 

Ora più che mai, mi piacerebbe descrivere, la nascita dei due cognomi altisonanti e dai quattro nomi affibbiati ad ognuno di noi all'anagrafe, prima del battesimo, per esempio i miei nomi sono: Antonio Ottaviano Aldo Maria--per le mie sorelle: Alberta Carlotta Leopolda Maria--Adolfina Ernestina Natalina Ottavia, più avanti vedrò di recuperare i nomi che mancano ancora di mio fratello Guido, Beatrice e Leopolda. 

Stemma della Nostra Casata
Mi piacerebbe capire, chi siamo, chi erano i nostri discendenti, di generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri, anche se abbiamo sul papiro lo stemma di famiglia che c'è l'ho ricorda.

 Ho già provato per via internet, tentato di spulciare documenti, sarebbe interessante analizzare gli archivi storici e tanti altri passaggi burocratici, ma non è facile, ci vorrebbe tempo e danaro.

 Mi piace immaginare questi  nonni dal carattere affabile, discreti, un pò ironici, regalandomi un giocattolo quando compivo gli anni, un dono natalizio sotto l'albero, un ovetto di cioccolato a Pasqua, sotto il cuscino un soldino per un dentino caduto e quando ero malato a letto con la febbre mi accarezzavano e mi rimboccavano le coperte, leggendomi fiabe e racconti, facendomi sognare,  tutto questo non l'ho mai assaporato, non l'ho mai provato,...quanto mi manca,... la dolcezza,  la delicatezza, la loro bontà, un gesto affettuoso e il loro amore che non ho mai conosciuto da bambino e nipote, che con l'andare del tempo se fossero vissuti, forse il mio carattere sarebbe più dolce, più morbido e anche il mio pensare e ragionare sarebbe più limpido, più lineare e non introverso. 

I nonni sono come mediatori, si frappongono tra genitori e nipoti nel momento del bisogno mentre i nostri padri e le  nostre madri sono occupati nel lavoro quotidiano per dare benessere ai figli e una certa educazione per comportarsi normalmente nella vita ormai frenetica.

 Ogni tanto siamo presi da intemperanze, intolleranze verso gli  altri, alle volte siamo soggetti a scatti di nervosismo, rabbia , pianto e improperi , in famiglia tutto può succedere, allora i nonni intervengono come scudi protettivi, sono fari di sapienza e tolleranza e con la loro esperienza, con calma e tranquillità fanno in modo con gentilezza e pacatezza di far da paciere portando serenità in famiglia.

 Questo andamento e comportamento non l'ho vissuto e con la mancanza della loro guida, sono subito passato da bambino all'adulto, come se i miei genitori non fossero presenti, perchè erano in altre faccende impegnati. 

Mio padre era troppo bravo, buono, umile, intelligente, non mi rimproverava mai e mai uno scappellotto, non aveva tempo di seguirmi negli studi correggendomi, per verificare l'iter del mio vivere quotidiano, la sua vita ha avuto momenti di esultanza e di benessere e per un certo periodo  travagliata, chissà se ha avuto rimpianti, era già anziano e molto malato, morì nel 72' a 71anni, io allora avevo 25anni.

Antonioa 25anni-1972'
Da parte di mia madre non ho mai avuto cenni affettuosi o carezze, se non per mandarmi in Chiesa a servire  messa da chierichetto,  per pregare e seguire le funzioni, era molto religiosa e contenta di me, mi regalava qualche  sorriso e qualche caramella, era severa quando io facevo le bizze e rispondevo male, allora erano sberle.

 


Lei era stata educata dai suoi genitori di origine nobiliare in un certo modo, mia madre era figlia di  "Conti", perciò di conseguenza era "Contessa" abituata ad una certa etichetta di comportamento, non aveva slanci affettuosi verso noi figli, non abbracci o baci, ma nonostante ciò, ci voleva bene, la sua mentalità era molto conservatrice, tutta casa e Chiesa e molta fede. 

Tutto ciò, era dovuta al fatto che nella sua famiglia aveva un fratello ("Frate Francescano, Missionario in Cina") di nome Teodoro, deceduto ormai nel lontano 1956',
Teodoro Valfrè di Bonzo
 uno zio Cardinale, anche lui di nome Teodoro Valfrè di Bonzo nato a "Cavour nel 1853", fu ("Vescovo di Cuneo nel 1885, Vescovo di Como nel 1895, Arcivescovo metropolita di Vercelli nel 1905', Nunzio apostolico in Austria nel 1916, Arcivescovo titolare di Trebisonda dal 1916 al 1919' e creato Cardinale nel 1919' da papa Benedetto XV"), morì
 nel 1922 a Roma.

Teodoro Valfrè di Bonzo-zio di mia madre

Oltre a queste persone illustre, fra i suoi avi ci fu fra il (1600' e 1700')  anche un  santo "il Beato Sebastiano Valfrè" nato a Verduno in prov. di Cuneo nel 1629' e morì a Torino nel 1710', il quale, si dedicò con impegno all'assistenza dei poveri, degli infermi, dei carcerati, degli emarginati e con la sua amicizia e con la sua operosa carità ,condusse molti alla fede di Cristo, fu "beatificato nel 1834' da papa Gregorio XVI ".


a sx- il "Beato" Sebastiano Valfrè

 Tornando a mia madre, ci insegnava come comportarci, educandoci nel salutare le persone, come parlare e come stare a tavola correggendo il nostro modo di fare.

 Dei nonni paterni non ho neanche una foto, non so nemmeno che viso avessero, se erano belli o brutti o una via di mezzo, ho solo un ritratto incorniciato che immortala la famiglia Colli Tibaldi oltre un secolo fa...ma non riesco a capire chi sono i personaggi.
Ritratto di Fam. COLLI TIBALDI oltre un Secolo fa

Dei nonni materni, ho alcune fotografie che ritraggono la nonna Alberta Asinari di San Marzano e Adolfo Valfrè di Bonzo, i loro nomi sono stati adottati come ricordo a mia sorella Alberta e mia sorella Adolfina e lo stesso vale per mio fratello Guido e Beatrice, da parte dei nonni paterni.

Adolfo Valfrè DI Bonzo

Senz'altro erano nonni affettuosi, gentili e lo si capisce dalle espressioni del viso stampate sulla foto, dai loro sguardi, dove nonna Alberta è circondata dai nipoti Guido e Beatrice i miei fratelli più anziani con grandi sorrisi, almeno li hanno conosciuti e vissuto  accanto a loro,...che fortuna!!
 
Chissà, in quei momenti di felicità di cosa parlavano, cosa dicevano, che risate, che allegria, così immagino!

Nonna ALBERTA con i nipoti-GUIDO e BEATRICE

Pensando e rimuginando sul trascorso dei cari nonni mai conosciuti, mi son fatto alcune affermazioni, rimpiango quei momenti mai vissuti?...rimpiango i loro baci, le loro carezze?...rimpiango il loro affetto e i loro sorrisi?...rimpiango i loro rimproveri a fin di bene ed essere rimboccato a letto mentre dormo e sognare giorni e momenti felici?...forse sì! 

E ora , che anch'io ho l'età da nonno, ho 72anni, se avessi dei nipoti mi comporterei come loro?...forse si!!!

Nonno Virtuale ANTONIO-Anni 72'

Comunque, alla fine della storia, cari nonni che non vi ho mai conosciuto, vorrei dirvi,... vi voglio tanto bene!! Ai posteri l'ardua sentenza!!

                                   Antonio  Colli  Tibaldi  Willy--
                                 Nizza  Monferrato  29-12-2019'