venerdì 24 giugno 2022

IL CENTENARIO IN BICICLETTA

 

                                 IL  CENTENARIO  IN  BICICLETTA


In un paese del Monferrato vive un tizio sopranominato Tazio di una certa età, oltre i 90anni più verso i 100, perciò lo reputo un centenario.

Tutte le mattine  passa nella via principale del paese con la sua immancabile bicicletta da donna, munita di un bel cestino di colore nero, fisso al manubrio.

La sua pedalata è lenta, stanca, dinoccolata come il suo fisico, sembra che arranchi curvando un pò le spalle, dimena il busto in modo anomalo, un pò a dx, un pò a sx, non è mai eretta la schiena, forse è dovuta ad una  leggera zoppìa ad un piede,  che lo sospinge a sballottare sui pedali un pò di quà, un pò di là.

Centenario in bicicletta

E' alto di statura, la pelle del suo viso è scura, olivastra come la pelle degli antichi indiani d' America, cotta dal sole, dall'aria aperta, dal caldo estivo, quando nel remoto passato svolgeva il lavoro da muratore.

Veste con pantaloni largheggianti di fustagno grigio scuro di vecchia data come lui, indossa un giaccone antiquato di colore marrone, in testa calca un berretto di antica foggia sgualcito come la sua persona e qualche volta lo sostituisce con un cappello sportivo regalatogli chissà da chi, di colore indefinito, ai piedi calza vecchi scarponi neri più da montanaro che da persona normale.

Quando è in bici e lo saluti, lui  ricambia con un cenno della testa e con un sorriso un pò forzato e con la voce forte ti risponde con un sonoro "ciavo", cioè ciao!

E' un uomo un pò vanitoso, se intavoli discorsi su taluni argomenti, sa tutto lui, si vanta sempre del suo antico mestiere, ripetendo sempre le stesse cose con tutti quelli che incontra.

Racconta le stesse minestre, le rave e le fave, lodandosi di avere eretto muretti di confine, tetti, muri, facciate, cantine, garage, selciati, lastricato pavimenti, cortili  e passando accanto ad alcuni lavori da lui eseguiti nel tempo che fu, te li indica dicendo in dialetto piemontese, "a lù fàc mì è alè  propì in bel mìret, alè in bel tràvai". (l'ho fatto io, è proprio un bel muretto è un bel lavoro!)

 La sua manodopera  da muratore non è mai stato eccellente, non lavorava di fino, di precisione ma era grezzo e incompleto, le rifiniture lasciavano un pò a desiderare, alcune opere non erano fatte a regola d'arte, i difetti per chi non era del mestiere non se ne accorgeva, ma qualcuno si, e infatti  qualche cliente non soddisfatto non lo pagava, così sentii dire e mormorare da alcune persone che gli avevano commissionato alcuni lavori  di ripristino per la propria abitazione, dicendo che non era affidabile.

Questo  mestiere è molto variegato e più di 70anni fa, era assai pesante, faticoso e non avendo la patente per guidare il motocarro che era un mezzo di trasporto utile, era guidato dal suo garzone,

garzone guida il motocarro
mentre lui era costretto a caricarsi sulle spalle montando sulla bici, tavole di legno, sacchi di cemento, pali  per ponti, tondini di ferro chi più ne ha  più ne metta, sopportando  il peso, la fatica e lamentandosi anche dell'aiutante  per incapacità, tutto al contrario di tutto, lui che era il titolare si faceva il mazzo, il garzone giovane, sorrideva e sghignazzava guidando il mezzo, a fine giornata stanco, sudato, impolverato, a cena si scolava un bel pintone di vino per recuperare le forze, così diceva lui.
quando era muratore

Da anni è in pensione e nonostante  gli acciacchi che ha avuto nel corso della sua vita la sua forte fibra l'ha sempre sostenuto è sempre vivo e vegeto, sembra indistruttibile, il suo fisico coriaceo reagisce in maniera positiva allungandogli la vecchiaia, qualche suo amico di vecchio pelo, sorridendo gli diceva in dialetto: "tài là pel dìra! (hai la pelle dura)!

Ha un carattere irascibile,  sembra cordiale, ma alla lunga è sempre critico e diffidente verso gli altri, specialmente con il figlio urlandogli dietro un sacco di improperi e bestemmie, disturbando il vicinato e alla moglie  gli grida: "vai a cagare!" 

Certe volte non lo vedi per giorni, e sentire la consorte,  dice che il marito è da un pò di tempo che non sta bene, sembra dire che è più di là che di quà, poi improvvisamente riappare come "la Madonna" come se nulla fosse con la sua bici e  la sua dinoccolata andatura.

Trascorre le sue giornate sbilenche andando al mattino in bici per comprare il pane e svolgere altre piccole commissioni per la famiglia con la sua pedalata costante, poi si siede su una panchina, osservando la gente che va e viene, scruta di quà e di là, è curioso a non finire, poi se nota qualche persona di vecchia conoscenza attacca bottone sbraitando contro il governo e la sua politica, non è mai ottimista, critica un pò tutti, qualcuno   gli dice ridendo in dialetto piemontese: "stà cìtù bràgàlon!"(stai zitto brontolone)!

 seduto in panchina


Al pomeriggio idem, dalle 15 in su lo vedi pedalare verso il centro e si va a rifugiare da un  amico ciclista , si siede nel vecchio sgabuzzino tra biciclette di vecchia data, fra pezzi di ricambio

tra ferri vecchi da ciclista


accantonati in un angolo, fra ferri di lavoro sparsi su un tavolo di legno unto e bisunto, ruote vecchie e nuove appesi al soffitto e mentre il suo amico con le mani sporche di grasso continua ad aggiustare le bici, l'intruso seduto,
sgabuzzino con biciclette

continua a straparlare a suo piacimento contro tutto e tutti sulle disgrazie altrui, rompendogli le scatole, ma l'altro non l'ascolta, allora se ne va,  ritornando verso sera alla dimora, frustrato e scoraggiato verso il mondo intero, dopo cena si sdraia sul sofà con i piedi puzzolenti a guardare distrattamente la tv, addormentandosi lentamente, mentre la sua mente approda verso sogni  inaspettati!


                                 Con  simpatia e  ironia,  willy

                                        NIZZA  MONFERRATO--24/06/2022