domenica 22 gennaio 2023

L'ULTIMO CAPODANNO DA SCAPOLO


                  L'ULTIMO  CAPODANNO  DA  SCAPOLO


 Era il 31 Dicembre del 1972, ultimo giorno dell'anno! 

Che bei tempi! Il tempo di un mondo ormai scomparso ma non per la festa che doveva accadere come sempre accade per capodanno ma il modo con la quale si svolgeva e si concludeva  con semplicità, educazione e ingenuità!

Capodanno l'abbiamo festeggiato a casa dell'amico Gianni Tedeschi, erano le ore 21, una serata indimenticabile!

Tutto era pronto: dal cibo, ai dolci, ai pasticcini, dal panettone al vino spumante, il giradischi era già in funzione con i dischi in vinile impilati sul tavolino accanto, mentre una  lenta canzone avvincente si propagava nell'aria un pò soffocata dal nostro vociare gioioso e festoso!


inizia  la  festa

Nel salotto i preparativi erano al culmine; Gianni era in compagnia  della fidanzata Piera, l'amico Elio con un'amica, io, Giancarlo, Pino, Renato e  altri compagni che non ricordo i nomi, confabulavamo con alcune amiche quattordiese del nostro gruppo, però aspettavamo con ansia "il colpo grosso", alcune ragazze di Nizza Monferrato, quattro amiche che  avevamo conosciuto tempo addietro nei locali da ballo di Mombercelli e Calamandrana e le avevamo invitate qui a Quattordio in casa del nostro amico Tedeschi, mancava solo Domenico che purtroppo si prese l'influenza!

Intanto fuori nevicava  che Dio la mandava, i rari lampioni ai lati della strada indicavano la  fitta  neve che scendeva lentamente, il dramma era: che  le ragazze nicesi non erano ancora arrivate!

 Il dubbio incominciava ad insinuarsi nei nostri pensieri, purtroppo il tempo non era favorevole, Nizza era distante 20 km dal nostro paese, loro avevano la 500 come auto e come tutti noi giovani in quel periodo era l'automobile più in voga e più usata e aspetta, aspetta,... arrivò le ore 22!

Fuori, il tempo era sempre lo stesso, la neve  imperversava e mi son detto fra me, sta a vedere che non vengono, avranno paura di affrontare il viaggio, allora non esistevano i cellulari per poter comunicare, però non ci abbattemmo, speravamo ancora,... intanto il giradischi andava a pieno volume, con canzoni per balli lenti e veloci, che più  ne ha più ne metta.

Ad un certo punto io e un amico non mi ricordo chi, decidemmo di andare  incontro a loro verso la stazione di Masio da dove sarebbero arrivate e con la nostra 500  ci avviammo  incrociando le dita, mentre la neve  continuava a cadere in una danza morbida e lieve che appannava il tergicristallo della vettura, mulinando nell'aria e posandosi al suolo che si andava imbiancando di un tappeto soffice e morbida come il vello di un agnello appena nato e facendo scorrere il tergi per pulire il vetro dell'auto, scrutavamo con  ansia la strada per verificare se in lontananza arrivava sta  benedetta vettura!


ragazze  festose  di Capodanno

Lungo la strada non c'era anima viva, il buio della notte densa di neve dominava il silenzio, mentre la via era illuminata dai fari della nostra auto, infine col primo accenno di sconforto ecco apparire come in fondo ad un tunnel, una fioca luce verso di noi che man mano si avvicinava e si intensificava e con grande euforia capimmo che erano loro mentre il fascio di luci dei fanali  si fecero sempre più abbaglianti, procedevano lentamente in quella notte oscura, ragazze coraggiose che sfidavano nel ventre della notte l'intemperie incombente e rallegrandoci all'unisono, facemmo strada  fino alla casa di Gianni.


finalmente arrivano

La serata proseguì con schiamazzi, allegria, contentezza, con balli, canti, risate, barzellette, mangiando, bevendo, ridendo, sgranocchiando dolci sorridenti, intrecciando  con ingenuità, sentimenti, emozioni, adulazioni e promesse future.


la festa di Capodanno si  mangia!

 Conoscevo già con  assidua attenzione una delle quattro amiche che diventò in breve tempo  la ragazza del cuore di nome Graziana e dopo un anno e mezzo diventò mia moglie nel luglio del 1974 , il destino ci aveva messo lo zampino! (c'è anche la rima!).

 

balli lenti a  Capodanno-1972

 
balli  lenti  a Capodanno-1972

E' stata una serata memorabile, fantastica, allo scoccare della mezzanotte, i tappi delle  bottiglie di spumante col botto schizzarono in aria mentre i fuochi d'artificio esplodevano in paese e dintorni nel cielo a indicare l'inizio del nuovo anno, l'anno nuovo di 50anni fa, brindando tutti insieme elevando i nostri calici con gioia e commozione!


fuochi  d'artificio  in  paese  e  dintorni


si brinda all'Anno Nuovo

E' stata una notte  romantica, avventurosa, era l'anno in cui eravamo ancora ragazzi di leva del 47-48 e qualcuno del 50, giovani vivaci, gioiosi, allegri, sorridenti, scherzosi, semplici, non pensavamo al futuro della nostra vita, ma solo al presente, mentre  ora, sto descrivendo quel passato racchiuso nel ricordo  meraviglioso  di un Capodanno trascorso da scapolo di 50anni fa! 


Fuochi d' Artificio  Brindando all'Anno  Nuovo del  1972

     


                                           Con  Affetto e Simpatia,  WILLY!!

                                Nizza  Monferrato-  il  22-01-2023

venerdì 6 gennaio 2023

L'UOMO COL BASTONE--OSPEDALE DI ASTI

 

                                                   L'UOMO  COL  BASTONE


Dalle mie parti c'è un uomo che tutti i giorni cammina lungo il viale principale del paese col suo bastone da passeggio portafortuna, così dice lui. 

Un bastone nodoso, robusto con manico ricurvo argentato, non è un bastone qualunque , non per ciechi, ma per suo diletto.


L'uomo col bastone

Gli piace camminare lentamente al mattino di buon'ora, muovendo le gambe robuste coperte da pantaloni normali di colore beige dai tubolari abbondanti, con indosso un giaccone antivento, antipioggia di colore grigio sbiadito come il suo viso. 

Porta occhiali insignificanti dalle lenti grandi e spesse, quando t'incontra accenna un piccolo sorriso indecifrabile come se fosse una smorfia e ti saluta con quegli occhi acquosi da pesce lesso senza dire una parola, sono i suoi occhi inconcludenti che parlano come il guizzo della coda di un  pesce! 

L'unica cosa bella che indossa è un bel paio di scarponi ai piedi, li calza come se dovesse scalare le montagne, in testa porta un cappello per metà da sole e l'altra metà da pioggia dal colore indefinito, un cappello da usare secondo il tempo, cioè sempre, ed è calcato sulle 23, chissà perchè!..(c'è anche la rima!)

 E' alto di statura e corpulento come fisico, l'età è di circa settant'anni, cammina sempre adagio e guarda a caso, invece di avviarsi sul marciapiede destro della strada, si sposta quasi in mezzo alla via, come se volesse farsi investire da un'auto, alcune volte si mette di traverso, non ha il senso dell'orientamento è ridicolo e buffo nello stesso tempo; si muove lentamente e faticosamente, le sue robuste gambe sono come le zampe di un elefante e con il suo deretano spesso come un materasso compromette il suo passo, la sua andatura è molto lenta, arrivando al centro del paese allo scoccare delle 12,...e addio pranzo!!


                                                     OSPEDALE   DI  ASTI


Ospedale di Asti-entrata

Seduto sul muretto prospiciente all'entrata dell'ospedale di Asti, osservavo l'andirivieni delle persone che entravano e uscivano in continuazione attraverso la porta scorrevole d'ingresso in vetro e sciamavano dall'edificio in tutte le direzioni.


Entrata Ospedale


Era un pomeriggio d'estate e stavo aspettando la moglie che uscisse dall'ospedale, era da un pezzo entrata per recarsi ad una visita prenotata da tempo.

Nel frattempo, appoggiato al muretto circondato da molteplici aiuole verdeggianti  con qualche fiore  quà e là, osservavo il via vai della gente che entrava e usciva   da quella famigerata porta scorrevole.

Con meraviglia notavo il passaggio di alcune persone vestite in un certo modo, chi gesticolava, chi parlava ad alta voce, chi fumava, chi rideva, chi parlava al telefono, chi canticchiava con un gruppo di amici, chi spingeva carrozzelle con persone disabili e non, chi zoppicava, alcune di loro erano sedute su panchine provvisorie, piazzate apposta nel giardino dell'ospedale e chiaccherando animatamente con il cellulare in mano, tutto sembrava surreale, eppure era una giornata normale di chi doveva recarsi in questo edificio per vari motivi.

Dopo un'oretta circa  mi alzai per far due passi, sgranchirmi le gambe, sul viso portavo occhiali da sole e da lì con curiosità intravedevo il proseguire delle persone.

Il tempo scorreva lentamente,  mia moglie  non compariva ancora, provai telefonargli, ma nessuna risposta arrivò, voleva dire che era ancora impegnata.

Allora m' incamminai  nei paraggi girovagando quà e là, a guardarmi attorno, adocchiando sempre l'andirivieni della gente e in un secondo tempo mi sedetti di nuovo, curiosando, osservando, e ad un certo punto si mise accanto a me un signore qualunque su per giù della mia età e cominciò ad attaccare bottone parlando del più e del meno, le solite cose, il tempo, il governo ladro, la politica da schifo, l'agricoltura che va a ramengo, la siccità e via dicendo, fin quando il rompicoglione se ne andò per i fatti suoi e finalmente mi rilassai!

In quell'istante uscirono due persone di una certa età, un uomo e una donna, forse erano marito e moglie o fidanzati, o amanti chi lo sa; l'uomo era claudicante  con due stampelle sotto le ascelle, forse aveva subito un trauma agli arti inferiori dopo un incidente, mentre la donna poggiava la mano sul pomello del bastone da passeggio e confabulavano tranquillamente fra loro stando attenti  di non incespicare camminando.

La maggior parte delle persone portavano la mascherina appiccicate al naso, alla bocca, nel frattempo uscì un giovanotto robusto dal fisico prestante, vestito con una maglia di colore blu a mezze maniche indossava un paio di pantaloni corti di colore nero abbinati ad un paio di scarpe bianche sportive con in testa un cappellino nero da baseball con visiera.

Gli auricolari gli pendevano dalle orecchie, le gambe erano belle robuste, aveva un bel viso, ogni tanto gesticolava ritmando le canzoni che ascoltava, sembrava un pavone ruspante  che faceva la ruota in mezzo alla gente per farsi notare. 

Dopo un pò uscirono dalla solita porta scorrevole, una madre e una giovane ragazza molto belle, la madre era un bel figurino vestita molto sobriamente, mentre la ragazza credo sia stata la figlia per via del viso molto somigliante alla donna, anche lei era ben vestita, ma purtroppo fisicamente il suo posteriore era sproporzionato, il suo sederone era imprigionato in un jeans nero che lo evidenziava ancor di più!

Subito dopo, uscì una donna orrendamente vestita; aveva stivaletti neri ai piedi dal tacco alto e consumato, pantaloni aderenti neri, una maglia gialla da "mille e una notte", con in testa  un cappellino giallo pure lui da spaventapasseri, capelli biondi, un rossetto vistoso sulle labbra, il viso pieno solcato da rughe, gli occhi strabici, una borsetta nera nella mano destra, il cellulare nella sinistra e continuava a parlare e sorridere con la sua amica a fianco, pure lei vestita male, una coppia male assortita ma nello stesso tempo dall'aspetto simpatico!

Poco tempo dopo uscì una ragazza carina che spingeva una carrozzella e seduta c'era una donna anziana, ogni tanto agitava una mano per indicare alla giovane dove andare, non so se se era una badante o la nipote o una conoscente che si prestava alla bisogna.

Il bello del vivere quotidiano delle persone è quando ti trovi in certi momenti della giornata a condividere azioni, emozioni, movimenti, di trovarsi in un certo ambiente circondati da persone che non conosci che però guarda a caso seduti in un angolo di un caffè o di un bar, o di un giardino pubblico, o in treno e tanto altro, ti viene voglia di guardare, scrutare e sorridendo descrivere tanti fatti della giornata con simpatia, allegria, ironia,  non siamo tutti uguali ed è questo il bello della vita!

 

                                      Con  simpatia  e  ironia,  " WILLY"!

                                           Nizza  Monferrato--6/01/2023