domenica 29 agosto 2021

          PER  LE  STRADE  E  LE  VIE  DELLA  MEMORIA


 

Quattordio-1957'
 Quattordio, nel lontano 1957' era un paese di circa 1500 abitanti ed ero un bambino di  dieci anni. 

Imparai a pedalare con una bicicletta sgangherata nel cortile di casa a Palazzo Sanfront con la sorella Polda e l'amica di casa Franca Fiori, continuando a girare in tondo nel cortile
cortile Sanfront







Quando fui più grandino circa sui quindici-sedici anni era il 1962'-63', con gli amici del paese,(vedi foto al centro in basso: Giuseppe Bona, Franco Cordero, Teresio Barberis), (foto a dx in basso: Domenico Damasio, Elio Fracchia, Giuseppe Zallio), scorrazzavamo sulle strade di Piepasso, Refrancore, Viarigi, Masio, Felizzano, Oviglio e altri paesi limitrofi. 

Il mezzo era sempre quello, bici senza freni, senza campanello, manubrio un pò storto, sella rigida con male alle chiappe, inoltrandoci su stradine inghiaiate, impolverate, un pò infangate, incrociando strettisentieri nei pressi di alcuni casolari tra le quali la cascina Trinchera dove risiedeva la famiglia Camurati Angelo e Lorenzo Lovisolo.
 
strada per Piepasso
 in campagnia

con gli amici in bici







 

 























La cascina Ràtèla della 
Cascina Trinchera

cascina Ràtèla
famiglia Pozzi dell'amico  Oreste, puntando verso il "Castello  di Laione", era in uno stato di abbandono tra erbacce, arbusti e piante di ogni tipo che lo
 circondavano, ora è restaurato e lo si può visitare e tra scorciatoie e 
Castello di Laione
giravolte si sbucava alla
 fraz. Serra.  


La  stradina di campagna che portava alla "Cascina Curtasè  o Corticelli" di Bocasso Carolina, nonna di Gianni e Teresio, e mamma di Pietro Stradella il loro papà, per arrivarci si
Bocasso Carolina
 attraversava Rio Gaminella dove  d'estate quando il caldo era opprimente ci tuffavamo in mutande in acqua per rinfrescarci fra schiamazzi e risate, la salita era l'ultima tappa ed entrando in un ampio cortile sterrato ci accoglieva una moltitudine di animali da cortile, fra cui il pavoneggiare dei tacchini che zampettavano orgogliosi verso di noi con la loro bella ruota 
Rio Gaminella
pennuta, il canto del gallo con il suo acuto chicchirichì zittiva le galline del suo reame che imperterrite   becchettavano fra le pieghe delle zolle dei campi  arati e dissodati. Le faraone controllavano con noncuranza i nostri movimenti, qualche coniglio sfrecciava libero da un pertugio all'altro, le oche bianche dal lungo collo incolonnate andavano verso non so dove, mentre le anitre con i loro anatroccoli li guidavano verso gli acquitrini per frugare sott'acqua col becco il cibo. 

Un gatto sonnecchiava beatamente sul davanzale di una finestra, mentre un cane abbaiava a più non posso! 

L'ampio cortile era contornato da grandi alberi dalle folte chiome che facevano ombra dove la calura primeggiava e il sole cocente scottava la pelle, in fondo allo sterrato c'era l'uscita verso campi in discesa costeggiati da vigneti. 

Negli anni 50' il traghetto sul fiume Tanaro era ormeggiato sulle sponde di Masio,
Staz. di Masio-anni50-60'





Traghetto di Masio-1950'


era il 58', avevo 11anni e per vederlo  arrivavo a piedi o in bici  percorrendo il piccolo sentiero campestre che partiva dalla staz. di Masio, la strada asfaltata non esisteva ma nel 1960' il nuovo ponte in cemento sostituì il traghetto. 


Con le bici attraversammo boschi, radure, ruscelli, sentieri costellati da campi di grano, di erba medica, di papaveri e fiordalisi, sbucando  improvvisamente in zone non ancora edificabili, con poche 

case, come il futuro "villaggio del sorriso"
villaggio del Sorriso-anni 60'
e la futura via Tassara che venne nominata ufficialmente  nel 1970!


Via Tassara



campo di grano, papaveri e fiordalisi

 
  
Felizzano



Castello di Redabue









 Per festeggiare Pasquetta c'incontravamo a Felizzano per decidere dove andare, la destinazione era il "Castello di Redabue"per un pic-nic in compagnia, ma il tempo non era clemente, faceva  freddo e il cielo era nuvoloso tendente a pioggia, perciò si tornava a casa un pò contrariati e delusi, sperando in meglio per la prossima volta. 

 Con gli amici si andava sulla Serra fraz. di Quattordio con la  bici e  col motorino per la festa del Santo patrono, "S. Francesco", è una fraz. di circa trecento anime, gente semplice, genuina, briosa e socievole, il ballo a palchetto allestito per l'occasione c'invitava a scorazzare e saltellare sull'assito con le poche ragazze in vista, tanta musica, tanta gente, tanto vocìo, tante esclamazioni e risate a non finire, la festa rendeva liberi donne, uomini, ragazzi, bambini che strillavano tra loro gioiosi e felici rincorrendosi.

 La fiera del
Fraz. Serra

bestiame era la nota più importante del momento, tanti bei manzi, vacche e tori erano legati agli anelli fissi nel muretto per essere guardati, giudicati e apprezzati dai giudici di gara per il sorteggio finale per il più bel esemplare, gratificando l'allevatore più virtuoso del momento, assegnandogli la coppa.


Fraz. Serra in festa-anni60'





Fiera del bestiame-fraz,Serra-anni 60-70'


La maggior parte erano contadini esperti di animali da stalla e proprietari terrieri, gran lavoratori e operai nelle fabbriche Quattordiesi orgogliosi del loro benessere. 

Allora c'era vita, speranza, futuro, ora non più, non si sa dove vogliamo andare, anzi dove vogliono parare i nostri giovani, le future generazioni, le generazioni del nostro passato erano persone con più buon senso, più sorridenti, più loquaci anche se allora la vita non era tanto accomodante, difficoltà c'è n'era ma con filosofia e razionalità quotidiana la gente lavorava  per se e per la famiglia.

 La strada percorsa e breve è quando da chierichetto partecipavo alle processioni delle 
Rogazioni di Aprile o Maggioinoltrandoci col parroco in testa al corteo di fedeli al mattino presto dal paese verso fraz. Serra, benedicendo i campi per propiziare un buon raccolto, erano gli anni 50 ed ero ancora un bambino!




processione-Rogazioni-anni50'




strada per Fraz. Serra











In quel periodo, da Palazzo Sanfront dove io abitavo, in compagnia delle mie sorelle e
delle vicine di casa Rita e Luisa Codrino 
le sorelle con amiche-anni50'




e altri compaesani, con  canottiera sgualcita, calzoni corti un pò scuciti, ai piedi zoccoli consumati, si partiva per arrivare al Fiume Tanaro di Masio per il bagno estivo (vedi foto a dx, da sx in piedi: Adolfina-Beatrice-Franca Devecchi-Rita Codrino-in basso a sx: Alda Maggiora-Carla Cordero-Billi),
sulle rive del Tanaro-anni 50-60

percorrendo a piedi i 2 km che ci separavano e col costume di colore nero un pò largo e in pò di traverso mi tuffavo felice e incosciente nelle acque torbide del fiume.













con le mie  sorelle-anni50'


Dai 16anni in sù cominciai a percorrere altre strade, erano gli anni 60-70, da studente frequentavo le scuole professionali ad Alessandria e per arrivarci, al mattino presto  utilizzavo la "corriera"  della ditta Mortara di Refrancore, in quel periodo consideravo Alessandria una grande città perchè vivendo in un piccolo paese la consideravo tale.

Alessandria

Non mi piaceva andare a scuola, vivacchiavo sulle materie rasentando la sufficienza, alcune volte la marinavo rifugiandomi in qualche bar con alcuni compagni di classe e
 qualche volta mi recavo ai giardini pubblici
giardini pubblici-AL-anni 60'
 per consumare un panino nella pausa pranzo seduto su una panchina di fortuna osservando il laghetto davanti a me dove alcune papere con i loro piccoli  starnazzavano quà e là in cerca di cibo, ogni tanto buttavo delle briciole di pane e loro gareggiavano  per inghiottirle, mentre i pesci rossi  con brevi guizzi di coda  cambiavano improvvisamente direzione. 






In questa città conobbi una bella ragazzina di nome Antonietta, una morettina dai capelli lunghi e neri che gli coprivano le spalle, anche lei studentessa e per stare un pò insieme c'incontravamo in un cinema al pomeriggio, dopo di che passeggiavamo a braccetto sorridenti e felici per Corso Roma.

 
C.so Roma-Al-anni60'
Era la via più bella, più elegante, più  grande e la più frequentata, era addobbata da tanti bei negozi , tra i quali il "Borsalino" rinomato per i suoi cappelli, cravatte e camicie, la "boutique Parodi per i suoi vestiti alla moda, negozi di calzature di marca, il "Supermercato Upim" e poi gioiellerie di fama e negozi di dolciumi raffinati e tanti altri. 

Nel frattempo arrivava alla guida di una elegante Mercedes la madre di lei e ci portava a casa, io a Quattordio e lei a Felizzano dove abitavano. 

A volte quand'ero in ritardo per salire sulla  "corriera delle diciassette" per ritornare al paese prendevo "il treno delle diciotto per Masio" e arrivato a destinazione me la facevo a piedi fino a casa! 

Una strada frequentata nelle notti d'estate era quella che portava a "Portacomaro", in dialetto (portacmè), un paesino in provincia di Asti,
Portacomaro
perchè è così importante,... perchè era rinomata per i tornei notturni calcistici che si disputavano tra squadre di vari paesi tra le quali anche la nostra. 






Ancora senza patente per arrivarci il passaggio era tramite autostop o in auto guidata da compaesani, la statale percorsa è chiamata Padana Ovest che da Quattordio si transita passando da Castel D'Annone e Quarto D'Asti e prima di Asti, si girava  a destra per Portacomaro.

campo sportivo di Portacomaro

Erano bei tempi, le serate estive erano calde ed eccitanti, con tanto di zanzare che punzecchiavano in continuazione mentre il frinire delle cicale e dei grilli ci ronzavano nelle orecchie nel buio della notte, le lucciole emanavano luce fosforescente  sprigionate dai loro addomi, dondolando altalenanti davanti ai nostri occhi.

 Le serate calcistiche si consumavano sugli spalti fra tifosi del posto e noi forestieri tra urla, imprecazioni, risate, improperi e sfottò verso arbitri e avversari.
tifosi sugli spalti

La mia memoria nel ricordare è senza fine e mi viene in 
mente la serata estiva di Agosto trascorsa a Vignale per la finale 
VIGNALE


calcistica importante disputata nel 1970' tra la nostra squadra e la sfidante del "bar Aquila di Casale" purtroppo persa!

 




campo sportivo di Vignale

La nostra formazione(vedi foto) era composta dai seguentigiocatori, da sx in piedi: Maccarone Vittorio-Musso Carlo-Damasio Domenico-Faldella Gino- Chiesa Renzo; 1à fila in basso da sx:Fracchia Elio-Accorneri Dario, (giocatore di riserva Barberis Teresio)-(Frezzato Fiorito allenatore-accompagnatore Toselli Enrico), (manager Barberis Renato).

Vignale-Agosto 1970'-Torneo notturno














La storia grandiosa dei tornei notturni di allora non finisce qui, ricordando con orgoglio e passione  il "Torneo di Montemagno" disputato nel Luglio del 1971', la squadra calcistica aveva un nome altisonante la "Ranch  Football  Club" fondata dal  "Presidente Pietro Capra" detto "Pidinu" e dal suo segretario "Angelo Cordero", complici, il manager "GiovanBattista Sillano" e il "supertifoso Piero Maiolica", su suggerimento del dott. Codrino  detto "Pino" padrone del "Ranch" e come 4 amici al bar sport di Pierino in piazza Olivazzi, tra serate seduti intorno ad un tavolino giocando a carte, sorseggiando un caffè, gustando un bicchiere di vino, tra battute, risate e discussioni a non finire, nacque questa magnifica squadra per intraprendere il "Torneo notturno di Montemagno"!

campo sportivo di Montemagno

La squadra era formata (vedi foto) dai seguenti calciatori da sx in piedi: Monti Alessandro (mezz'ala)- Rizzo Angelo (portiere)-Cordero Franco(terzino)-Polastri Giuseppe(terzino)-Berruti Giuseppe(centrocampista)-Papa Teresio (detto "sandokan"(attaccante)-Devecchi Giovanni(mezz'ala)-Cordero Guido(ala)-Devecchi Mauro(ala), (calciatore di riserva Cavallero
 Sandro(attaccante).

Montemagno-Luglio 1971'-Torneo notturno


Il  presidente del sodalizio Pietro Capra detto anche (l'ingegnere) nel 1971 è un cinquantenne dall'aria bonaria, simpatico, giovanile, al punto che della prima conoscenza ci si può sentire come amici di sempre, gode della stima e dell'affetto di tutti i quattordiesi, un uomo semplice e da questa semplicità traspare un certo fascino che  ci spinge al rispetto. 

Quando la squadra si porta a Montemagno per disputare i suoi incontri è Quattordio che si trasferisce e che i quattordiesi tengono a seguire da vicino i suoi beniamini d'estate e se ne trova dimostrazione nel fatto che ogni altra manifestazione o altro spettacolo locale vengono condizionati dal Torneo. 

Giunti sul luogo della 
Capra Pietro
tenzone, abbiamo avuto la concretezza della passione delle centinaia e centinaia di tutti i sostenitori del "Ranch Club" seduti a terra lungo le pendici della tribuna oppure in piedi ai bordi del campo.








Il più scatenato dei tifosi, personaggio caratteristico e singolare che per tutta la serata dell'incontro non ha fatto altro che far da cornice ai giocatori di parte quattordiese in 
campo e trascinare i compaesani ad un tifo veramente passionale se 
non infernale ed è Piero Maiolica!
Montemagno

Piero Maiolica



Questa squadra per le sue capacità agonistiche e del bel gioco pur vincendo e qualche volta perdendo se non pareggiando si è distinta e acclamata e menzionata sulle prime pagine del giornale "La Notizia" del 13 Luglio del 1971"! 

Un'altro fatto accaduto in  gioventù che ancora una volta io e compagni abbiamo sfidato la notte, percorrendo col "vespone a due ruote" dell'amico Domenico Damasio
Damasio D.
per trascorrere una bella serata danzante a Cerro Tanaro con tre in sella guidata da lui e per evitare guai con la polizia passammo di nascosto su un sentiero scorciatoia di campagna da noi conosciuto attraversando il "Rio Gaminella".

col vespone in compagnia







Eravamo euforici e incoscienti mentre l'intraprendente Giovanni Cassinelli ci seguiva col suo vespino 50 di colore giallo e trascorremmo con baldanza e timore la serata!(gioventù bruciata! ci disse un giorno una vecchia di 90anni dal viso burbero e accigliato e noi ci ridemmo su!). 


 
Cerro Tanaro


Una sera fummo invitati dall'amico Giovanni Cassinelli
Cassinelli G.
nella cascina 
di campagna per trascorrere una bella serata, la sua abitazione è nelle vicinanze della stazione di Masio,
Casolare Cassinelli
 presso il fiume Tanaro e si prolungò più del previsto, oltre la mezzanotte, ad un certo punto volendo rientrare al più presto a casa per motivi familiari, nessuno di loro mi diede un passaggio, restavano ancora lì a divertirsi e così decisi di avviarmi a piedi nel pieno della notte. 





Percorsi i miei 2km in solitaria, alzai lo sguardo a osservare le stelle nel buio tappeto trapuntato di lucori grandi come capocchie di spilli,  la volta celeste brillava come non mai nell'infinito firmamento, mentre la luna occhieggiava nascosta tra le nuvole,
cielo notturno stellato
 una leggera brezza  accarezzava il mio viso, in lontananza proveniva il gracidare delle rane nella campagna, il mio incedere era costante e in breve tempo arrivai nella mia stanza e stanco mi addormentai.






 Quando ebbi la patente, cominciai a gironzolare con  la vecchia 500, vettura con la seguente targa: 278622-TO di mio padre ancora con le portiere all'incontrario,
vett.500 anni 60-70'
 un pò 
scassata e ogni volta che mi recavo a Mombercelli e Calamandrana  nelle rispettive sale da ballo 
Calamandrana
per rimorchiare le ragazze del posto e trascorrere serate in loro compagnia, al ritorno, una volta su dieci si guastava il giunto del semiasse, bloccando la leva  del cambio, con amarezza e delusione la lasciavo  sul ciglio della 
strada e facendo l'autostop riuscivo in breve tempo ad arrivare al 
MONBERCELLI
paese e all'indomani col meccanico del posto recuperavo l'auto.

 








Un'altra avventura  con la solita 500 mi capitò in una  serata estiva a Viarigi,
VIARIGI

io e alcuni amici eravamo lì attirati per la festa del paese e alla fine della serata  ritornammo all'automobile per rincasare  ma non partì, prova e riprova, spingi di quà spingi di là non c'era verso la vettura non si mosse, già tardi e  un pò arrabbiati ci avviammo a piedi e dopo un lasso di tempo arrivammo a Piepasso e per puro caso
PIEPASSO
,un buon samaritano  di passaggio  ci portò fino al paese.

 All'indomani seppi dagli amici che era stato uno scherzo, qualcuno aveva manomesso i cavi candela del motore, mi servì di lezione e nonostante il mio malumore ci ridemmo sopra.

 Lungo la Statale Padana Ovest per Asti, c'è un  tratto di strada chiamata il "cascinot" dove alcune case la costeggiano ed erano abitate dalle famiglie: Fava, Cozzo, Bona, Meda, Mirella Papa, Stivanin e altri ancora, 
 Padana Ovest per Asti
ma quel tratto me lo ricordo bene come un tracciato sportivo effimero, dove un bel giorno un baldo giovane quattordiese di nome Gerardo Venturini si avventurò dopo varie scommesse a percorre a piedi scalzi i km stabiliti in un tempo determinato e nella seconda prova, arrivava lanciato con la sua motocicletta come una bomba guidandola a tutta velocità dalla cima del "cascinot"  infilando via Mazzini come un razzo  passando davanti al bar sport di Pierino,  sfrecciando come una saetta fino alla piana di Padana Est per 
 Felizzano-Alessandria.
Gerardo Venturini

 Padana Est per AL












Io e i miei compaesani eravamo lì ad aspettarlo, era veramente coraggioso, impavido e nello stesso tempo incosciente, il suo modo di essere era nel suo carattere e noi tutti lo applaudimmo. 

Per me il riassunto di queste piccole storie sono indelebili nella mia memoria per non dimenticare, vissuti un pò da bambino, un pò da ragazzino, da giovincello e per ultimo da adulto! 

Chi di noi ricorda le vie del paese più frequentate quando eravamo fanciulli e giovincelli? 

Via Garavelli è stata la via del cuore, la via della mia vita perchè fin da bambino 
abitavo nel Palazzo Sanfront frequentato da coetanei del quartiere.
Via Garavelli


Ricordo le belle nevicate invernali che imbiancavano il cortile giocandoci sopra, ( vedi foto a dx: fila in piedi da sx: Franco Cordero-sorella Adolfina-Berruti Franco-sorella Leopolda-Bernardo Frezzato-Vittorio Maccarone-a sx-Mauro Marchese-Teresio Stradella-Willy in ginocchio), si giocava a pallone, a nascondino, a scatola, a guardia e ladri e tanto altro.
amici degli-anni50-60'


 Il ricordo vola al cinema comunale dirimpetto al palazzo, era il 1958', alla sera ci gustavamo il film che
Palazzo Sanfront

durava ore seduti su panche di legno e sedie impagliate di fortuna, d'inverno, nella sala per non patire il freddo, una grossa stufa riscaldava l'ambiente bruciando legna  mentre il fumo c'irritava gli occhi.

 La via più saliva e più s'intravedeva altre abitazioni collocate ai margini occupate dalle famiglie Mortara, Berruti,  Mantelli, Iguera e mi ricordo che il mattino del 26 gennaio del 1967' verso le 8 del mattino, un forte boato scosse il vicinato di via Garavelli per lo scoppio violentissimo e improvviso di una bombola a gas causando il principio d'incendio e la semidistruzione dell'alloggio del commerciante Girolamo Iguera ustionandolo gravemente, ferendo la moglie e il figlio Danilo con frammenti di vetro, prontamente soccorsi e ricoverati all'ospedale di Alessandria per alcuni giorni e prossimi alla guarigione! 

Ginetto Ponzano
Ginetto Ponzano
in arte meccanico tutto fare, uomo dalle mani d'oro, riusciva a riparare qualsirsi cosa, dalla bici al motorino, dagli attrezzi agricoli agli oggetti casalinghi.

 





Salendo ancora, ecco alla mia sx la panetteria del bravo e simpatico Pasquale Poncino
Pasquale Poncino
 e più avanti a sx svettare la ciminiera della grande fabbrica Inves, produttrice di vernici a livello nazionale e europeo di alta qualità qualificando il nostro paese, creando benessere ai cittadini quattordiesi. 

La canonica, casa del parroco accanto all'oratorio, era il locale d'incontro di noi giovani per disputare partite a calciobalilla, a ping-pong, a carte e saldare amicizie. 

Via Civalieri era la via obbligata per far compere specialmente a livello gastronomico,
Via Civalieri-anni50-60'
 infatti risiedevano i negozi alimentari di Bussa Serafino, di Cavallotti Francesco, il negozio della Ines che vendeva giornali, latte, biscotti e beni vari di conforto.

 



Il negozio del barbiere Cresta Anselmo di Rocchetta Tanaro e nel 1958' fu sostituito da Mario Cariello, la macelleria di Venezia Pietro sostituito in seguito dal sig. Maggiora della fraz. Serra, la panetteria  o forno comunale, gestito da Rita Meda, dove le donne del paese  facevano cuocere torte e biscotti e la drogheria gestita da Giovanni Gho, vendeva buoni salumi e buone marmellate, questi due negozi s'affacciavano su via Civalieri all'inizio di via Montebello.

 
F. Cavallotti

M. Ciriello
Bussa S.
Ines Stradella


l

Forno comunale

 
Giovanni Gho
Antonietta Pero












Antonietta Pero, moglie di Giacomo Codrino "pidola", gestiva frutta e verdura, la piccola merceria "d'là Clara", gestita da Giovanni Iguera (giànìn) che s'affacciava all'inizio di via Lanza.
Giovanni Iguera


Via Civalieri era la via più frequentata per approvvigionarsi di generi alimentari e un'altro episodio che capitò sempre in questa via, fu l'incendio propagatosi nel pomeriggio del giorno 22 maggio del 1959'  nel cascinale di Monti Battista  e Codrino Pietro. 

Alimentato dal vento, il fuoco ha distrutto in brevissimo tempo le scorte di fieno e paglia che erano in deposito  sul cascinale divorando tutta la struttura in legno del tetto, il veloce intervento degli operai delle aziende locali e dei vigili del fuoco è valso a impedire di estendersi, salvando decine di capi di bestiame. 

Via Cavour la frequentavamo da bambini per inoltrarci sul "piantato" dove si ergeva ancora la vecchia Chiesa  S. Sebastiano (in alto a sx), ormai sconsacrata e decrepita, nel cui sottosuolo nel passato era adibito a Cimitero.

Chiesa S. Sebastiano-anni50'


Via Cavour
.












 



Noi ragazzini giocavamo su questo terrapieno infestato di erbacce e sentieri per giocare a cerebottana e guardia e ladri, di tanto in tanto  affioravano dal terreno alcune ossa dei defunti ed erano sparsi quà e là, noi non facevamo caso. Sul terrapieno per alcuni anni si bruciava il falò
Falò anni50'
 a carnevale per la gioia di noi bambini! 

Via Montebello era la via del ciabattino  Carlo Decarolis  dai capelli bianchi, una persona, onesta,  buona, dal viso tondo, simpatico dal sorriso bonario, socievole e cordiale, colui che  risuolava gratis le mie misere scarpe.
Carlo Decarolis













Dopo il negozio del calzolaio, primeggiava l'ambulatorio del dott. Ugo Garberi, il nostro bravo medico condotto,  ora vengono chiamati (medici di base), era un uomo tutto d'un pezzo, affabile, gentile sempre al servizio di noi cittadini nei momenti del bisogno, era sempre 
Via Montebello
presente,  assicurava noi pazienti curandoci col sorriso e competenza in materia  a qualsirsi ora del giorno e della notte, 7 giorni su 7 con il bello e cattivo tempo era sempre a nostra disposizione, lo ricordo con piacere , stima e affetto ! 
dott. Ugo Garberi








Via Mazzini è la via principale del paese è la strada statale  situata in periferia che collega Asti e Alessandria 
Via Mazzini-anni 50'
e quand'ero ragazzino, su questo tratto si affaccia la palazzina della fam, Fracchia Remigio e il negozio del vecchio "managiu" Barberis che ormai non esiste più, nel quale  sovente acquistavo i cioccolatini dov'erano incollate le figurine della Ferrero che raffiguravano le gesta del generale Giuseppe Garibaldi l'eroe dei due mondi, chiamata epopea Garibaldina,  ne facevo incetta e  felice riempivo l'album da collezione, erano
 veramente belle, ne ero entusiasta.
Portone d'ingresso

epopea garibaldina


















 Dalla parte opposta al negozio c'era e c'è ancora un vecchio portone in legno ormai malandato col passare degli anni,  io entravo per incontrare l'amico Giuseppe Zallio detto (sàièt) dagli amici, ivi abitava la famiglia, fattori delle contesse Olivazzi, si giocava e si leggeva:Tex, Cap. Miki, Grande Black, Topolino, fumetti che andavano molto di moda e le  collezionava, ancora oggi ne è in possesso!

 Più avanti  la statale sbucava davanti al bar sport di Pierino,
bar sport-Pierino anni 50-60-70'
il bar tanto caro a noi giovani e da lì potevi vedere nelle giornate estive sfilare teorie di automobili provenienti da Torino, specialmente durante le vacanze estive, guidate da tanti meridionali che si recavano nelle loro terre di residenza e  lavoravano qui al nord nelle grandi industrie torinesi e  noi seduti come spettatori guardavamo la lunga fila di vetture sentendo le canzoni sprigionate dal mitico juke-box, sorseggiando gazzosa o gustando un bel gelato, fumando una sigaretta e tra risate e battute trascorrevamo la giornata giocando a ping-pong, 
Juke Box

a calciobalilla, sfidandoci sotto ad un bel pergolato detto in dialetto "topia".















Via Solferino era la via di passaggio per incontrarmi con i figli della famiglia Morandi, Bruno e il fratello Giancarlo,
Via Solferino

mentre piazza Marconi situata
davanti alla scuola elementare si giocava a pallone, alcune vecchiette del posto se ne stavano lì al pomeriggio tardi a scherzare tra loro, a curiosare e chiaccherare.
Piazza Marconi













Via stazione era frequentata per via del bar aziendale gestita da Giovanbattista Valente, detto il "biondino", era
G. Valente

Via Stazione
il bar che aveva in dotazione la prima Tv e alla sera in compagnia delle nostre famiglie ci riunivamo per ascoltare e seguire i nuovi programmi.

 





Da maggiorenne in questo bar giocavo a carte, a biliardo,  festeggiando nel 1967' la nostra leva, la leva del 1947, sono ricordi che non si cancellano.
Leva del 47-1967'














Dirimpetto al bar aziendale c'era la "bocciofila", un bel campo di grano e un bel gelso di vecchia data ancora oggi esistente facendo da cornice, negli anni a venire quel pezzo di terreno coltivato a grano diventò l'abitazione del dott. Codrino.
Villa Codrino
 











C'è una mezza via, la chiamo così perchè è assai corta e in salita per arrivare alla meta e sbuca a ridosso dell'asilo infantile che ora non esiste più. 
 
La cito perchè era la via dove gareggiavamo in bici per chi arrivasse prima alla vetta, era una faticaccia, bisognava avere le gambe buone, ci voleva la pedalata vincente e costante, vinceva sempre il Pino(Giuseppe Zallio) ed era sempre il più forte, 
la strada era nominata "la costa" ma di nome è Via Garibaldi!
Via Garibaldi

"la costa"







Via Trento la ricordo volentieri, allora era chiamata strada "Costarossa"  e nel 1980' diventerà ufficiale via Trento.

"costarossa"-via Trento
Ricordiamo un pò tutti il mitico campo di calcio dove si disputavano tornei diurni e notturni partite tra ditte antagoniste del paese tra le quali ricordiamo la Inves-Invex-Alfacavi-Cavis e quelle giocate tra "celibi e ammogliati" e inoltre incontri fra squadre di paesi limitrofi.

 Molte generazioni di giovani hanno conosciuto, calpestato questo campo sportivo intraprendendo partite tra amici e compagni percorrendo il rettangolo di calcio in lungo e in largo, a piedi scalzi o con scarpe da pallone con i famosi tacchetti, abbiamo corso km su km, ma alla fine stanchi, sudati e con qualche ammaccatura alle caviglie e qualche sbucciatura alle ginocchia eravamo felici e con allegria e (vedi foto in basso a dx: 1à fila da sx: Giuseppe Zallio-Vigato Giancarlo-Fiorito Frezzato-Oreste Pozzi-Franco Cordero-in piedi da sx: Milan Luciano-Domenico Damasio-Giampaolo Calligaris-Sandro Cavallero-Guido Cordero), qualche manata sulle spalle ci salutavamo accordandoci per il prossimo incontro.


compagni di gioco-anni60-70'


Ecco che un giorno passando in auto per via Trento dopo anni di assenza mi sono fermato a curiosare, non vedo più il nostro bel tappeto di gioco (vedi foto in alto a sx uno scorcio del vecchio campo di gioco) con alcuni calciatori in erba!,...( da sx in piedi: Fiorito-Damasio Domenico-Renato Barberis-Vigato Giancarlo-Giuseppe Zallio-da sx in ginocchio: Sandro Cavallero-Duilio-Bernardo-?-Willy-Fabris).

 campo sportivo-anni60-70'

Siamo noi della vecchia guardia, pionieri del momento, del nostro passato tanto caro della nostra gioventù, ma è diventato il ritratto di un bel parco pubblico per la gioia dei bambini dove possono riposare e giocare accompagnati e accuditi con  vigilanza e attenzione delle loro madri,


parco pubblico-ex campo sportivo anni 60-70

 non sembra  vero, ma la trasformazione nel tempo ha preso corpo e con un pò di malinconia  trascorre inesorabile, spazza via tutto e rimangono solo i  gioiosi ricordi del "bel tempo che fu", di un mondo che ormai non esiste più. 

Il passato mi emoziona perchè ricorda com'eravamo, i ricordi mi eccitano e ritornano nel presente i tanti momenti e azioni di allora,  ma la realtà della nostra favola vissuta sarà sempre viva nei nostri cuori e con tristezza e un groppo in gola riprendo la strada del ritorno!!


                                        

 con affetto e stima, Colli Tibaldi Antonio
                                                                          WILLY!

                                          Nizza  Monferrato---29-AGOSTO-2021'