martedì 18 gennaio 2022

UN PIACEVOLE INGANNO

                                    UN  PIACEVOLE  INGANNO


Una Domenica dicembrina andai a pranzo in un noto ristorante del Monferrato con la famiglia e alcuni parenti per festeggiare un evento. 

Il tavolo di forma rotonda, era addobbato come si deve, io sedevo di fianco a mia sorella e gli altri invitati seduti uno accanto all'altro. 

Mangiando con gusto e appetito, si discorreva e si parlava del più e del meno, si accentuavano sorrisi, le battute erano all'ordine del momento, qualcuno di noi esperti di vini e di prelibati cibi si cimentavano a loro piacimento, orgogliosi del loro sapere, intanto io e mia sorella ci scambiavamo  opinioni su certi fatti accaduti tempo addietro, ricamandone i risultati per tempi futuri. 

La sala del ristorante era ampia e ben arredata, i tavoli erano sparsi quà e là con un certo ordine, tavoli da due posti, da quattro, da sei posti e così via, noi al nostro tavolo eravamo in sette.

Ristorante anonimo

Ogni tanto arrivavano nuovi clienti che avevano prenotato in precedenza e sedevano dove il cameriere li indicava, una cameriera sulla cinquantina, minuta e di bassa statura avvicinandosi al nostro tavolo, con insistenza si premurava di chiedere se tutto procedeva bene e se avessimo bisogno d'altro, era molto gentile.

 Ad un certo punto mia sorella mi disse: ma guarda un pò c'è un donna con un uomo accanto seduta al tavolino davanti a noi che ci guardano con insistenza, chissà perchè e mi fece notare che la donna continuava  guardare me: a sì dissi non me n'ero accorto anzi non ci facevo proprio caso, perchè intento nel gustare i cibi.

 Allora di sottecchi iniziai a sbirciare da quella parte e notai con discrezione e insistenza che la donna guardava nella mia direzione! 

Lei l'avevo notata di sfuggita quand'era entrata, alta , mora, un bel fisico slanciato, un'età sulla quarantina con indosso un elegante soprabito di colore grigio con a tracolla una bella borsa, con accanto un bell'uomo, non so se era il marito o il compagno o qualcos'altro ma poi non ci avevo più fatto caso.

 Quando la sorella mi fece notare il fatto, la guardai ed i nostri sguardi s'incrociarono sovente, aveva dei begli occhi grandi, scuri e una bella bocca, allora pensandoci bene mi venne un dubbio, iniziai a ritroso a vagare indietro nel tempo quando ero più giovane e dove lavoravo in una ditta dell'alessandrino in un reparto dove svolgevo il mio lavoro come responsabile ed ero attorniato da tante colleghe donne, chissà mi dissi che sia qualcuna di quelle che ho conosciuto in quel lasso  temporale, ma i  ricordi di allora sfumavano di continuo non ricordavo i volti,  non ricordavo la loro fisionomia ed un certo punto mi venne in mente un nome a me caro, il nome di una bella mora con una bella capigliatura di capelli neri di nome "Cristina" e pensandoci dissi fra me: finito il pranzo, senza essere maleducato e invadente e con piglio sorridente gli chiedo il nome, ed infatti così feci!

 Mi avvicinai cortesemente al loro tavolo e dissi: non vorrei essere scortese e inoppurtuno e rivolgendomi a  lei dissi: non ci siamo mai incrociati o conosciuti?... gli anni passano e mi sembra un volto già visto ma non ricordo bene, per caso si chiama "Cristina" e lei con un sorriso cortese e gentile e un pò malizioso rispose: no, mi chiamo "Michela", io rimasi un pò perplesso e con cortesia la ringraziai e sorridente la salutai,...chissà, dissi fra me,  se era stata sincera e con allegria pensai al piacevole inganno!


                   NIZZA  MONFERRATO    18-01-2022 WILLY

sabato 15 gennaio 2022

STRANA COPPIA IN UN PAESE DEL MONFERRATO

   STRANA  COPPIA  IN  UN  PAESE  DEL  MONFERRATO   


In un paese del Monferrato circolavano due individui, uno in bici e l'altro a piedi, non si conoscevano forse solo di vista, ognuno viveva per conto suo, non sposati, di una certa età, credo già pensionati, il primo pedalava e l'altro camminava, intrecciando due storie diverse, un pò solitarie.

 Il ciclista quand'era impegnato a far spesa per rifornirsi di cibo e vivande per pranzare e cenare, lo vedevo pedalare lentamente, mai con qualcuno che lo accompagnasse, credo che vivesse solo. 

Aveva un viso indefinito, non riuscivi a capire com'era il suo volto per la maggior parte coperta da una folta barba grigia e incolta e coperta da mascherina anticovid, capelli grigi e sudici sulla nuca e sulle orecchie non pettinati; gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali dalle lenti scure in lui  tutto era scuro, perciò non capivi com'era fatta la sua faccia e dove guardasse.

in bici con borsa della spesa

La testa era coperta da un cappuccio passamontagna di colore nero e indosso un vecchio giubbotto, credo che per anni fosse sempre quello. Pedalava lentamente come se fosse in trance, si vedevano spuntare dal cappuccio solo le labbra, non salutava mai nessuno, non parlava con nessuno, solo una volta lo vidi fermo a confabulare con un tizio, forse tra sè e sè parlava con la sua bicicletta, la sua bocca si atteggiava a frasi indefinite, le sue mani e il manubrio erano sempre occupate da borse e borsine fornite di  compere giornaliere.

 Indossava pantaloni lunghi e larghi di colore antracite, con risvolti accentuati  su grossi scarponi  neri. 

Avanzava  a passi lenti accompagnando la sua bici, trascinandola controvoglia, ogni tanto  si fermava affaticato e borbottava da solo e nel buio fumoso della sera, ritornava solo e soletto verso casa, le sue giornate erano sempre quelle, sempre uguali come il suo incedere tragico, chissà pensai com'era solo nel suo desco familiare senza nessuno con cui parlare, pensare, scambiare opinioni, qualche volta sorridere, piangere, essere felici, ogni tanto arrabbiarsi, purtroppo no, la sua unica speranza era la TV, dove poter finalmente riposarsi seduto sul divano a contemplare i vari programmi televisivi per poi annoiarsi guardando fisso le pareti di casa e in un momento di solitudine e di vita irreale addormentarsi sul divano con tristezza, isolato dal resto del mondo!

 Il secondo individuo era un uomo di media statura, indossava ampi pantaloni e un maglione con girocollo coperto dal solito giubbotto stropicciato e incolore, mentre ai piedi calzava scarponcini un pò sformati, camminava non con disinvoltura ma con attenzione, i suoi piedi erano piatti, li sbatacchiava un pò di quà e un pò di là, come  marionette, la sua camminata era un pò sghemba un pò incerta, come se avesse paura di inciampare. 

Berretto in testa con visiera, molto comune di colore slavato più da muratore che sportivo, mascherina azzurra un pò lercia fissata non sotto il naso ma addirittura sotto il mento, una borsetta di tela a tracolla di colore indefinito, (smarvò), borse di plastica vuote per mano e l'immancabile sigaretta fra le labbra e quando tornava a casa per pranzo e cena le sue borse erano sempre strapiene.


uomo a piedi

 Il suo punto di riferimento era il supermercato della zona dove comprava prodotti di sottomarca spendendo poco e in più  approfittava delle macchinette da caffè automatiche, anche lì per risparmiare. 

Aveva un difetto, tutti i cestini dei rifiuti del paese erano suoi, li passava a setaccio fino in fondo e con "savoire fare", affondava le sue mani luride scrutando tutto quel che c'era e se qualche oggetto era di suo gradimento li raccattava con entusiasmo sistemandoli nelle sue borse. 

Era pìù forte di lui, in qualunque strada  s'inoltrasse, le sue gambe, con i piedi piatti infilati nelle scarpe più grandi di lui lo portavano automaticamente verso nuovi cestini da depredare, erano alla sua mercè, li toccava e li sbirciava come fossero giocattoli, inoltre durante le feste patronali accompagnati  da stand gastronomici offriva la sua manodopera per qualche lavoretto per allestire e pulire gli apparati festivi e come ricompensa,  poteva approfittare per portarsi a casa cibo di vario tipo tra cui formaggi, salumi, scatolame, dolci e con l'andar del tempo si fece una bella scorta di viveri, vantandosi di aver allestito una sua cantinetta privata di vini di qualità, sgraffignati a suo tempo,..dicendo,...che il  tempo non è mai sprecato!!


                                            NIZZA  MONFERRATO--WILLY

                                                15-01-2021

martedì 11 gennaio 2022

STRANA COPPIA IN SARTORIA

                              UNA  STRAN A  COPPIA  IN  SARTORIA 


 Un mattino entrai con un paio di pantaloni per farmeli accorciare e imbastirli con un bel risvolto, in una sartoria del Monferrato, il campanello appiccicato alla estremità superiore della porta scandì il suo suono,...dlìn,...dlòn! Sul momento non c'era anima viva, la stanza della sartoria non era grande, ma era divisa da una grossa tenda incolore. 

Una parte era arredata da diversi scaffali pieni di rotoli di stoffa di vari colori ben sovrapposti e in un angolo c'era il tavolino con incastonata una bella e moderna cucitrice attorniata da pezzi di stoffa appena ritagliati e diversi forbici, più il metro per le misure e non vedendo nessuno dissi per farmi sentire, buon giorno a voce alta!

sartoria

All'improvviso da dietro la tenda sentii una voce da bambina o da adolescente che mi rispose a sua volta e disse,...arrivo subito! 

Intanto dissi fra me,...chissà chi c'è, sarà la figlia, invece sbucò un uomo alto, dalla testa pelata e lucida come una bella palla da biliardo dal viso paffuto, sorridente, ne bello ne brutto, ma la sua voce era ridicola, proprio da bambina e chi se lo aspettava! 


(mi venne la ridarella ma mi trattenni!) e mi chiese cosa volevo.

 Nel frattempo l'uomo chiamò a sua volta la sua collaboratrice  che sbucò anche lei dalla tenda.

 Era una donna minuta ne bella ne brutta pure lei, un pò buffa, bassa di statura con gli occhi sorridenti e un pò truccati, come età sulla cinquantina non per niente impacciata e con un bel sorriso a 32 denti, prese con fare spiccio, ma gentile la mia borsa con dentro i miei pantaloni e con gli occhi vispi e furbetti di colore neri e con fare sbrigativo,  mi disse " saranno pronti per la prossima settimana" e così la salutai con un sorriso e un arrivederci!!

( che strana coppia,...pensai, sorridendo!!)


                NIZZA MONFERRATO--08-01-2022-WILLY