venerdì 22 marzo 2013

L' ALBA E IL TRAMONTO





L'ALBA  E  IL  TRAMONTO



Quand'ero militare a Udine, tanto tempo fa, ero un semplice soldato che  svolgeva la "naia", cioè il "servizio militare obbligatorio", nel 5°Genio Minatori", presso la caserma "Pio Spaccamela".

Caserma "PIO SPACCAMELA"

Ora, non sto a
rimembrare e descrivere con dovizia i dettagli degli ultimi 13 mesi trascorsi con i miei commilitoni della mia compagnia giorno per giorno, mese per mese tra adunate, alzabandiera, turni di guardia, rastrellamenti svolti nei boschi presso i paesi di Faedis e Sequals, costruire ponti in ferro sui fiumi, pose di mine antiuomo e anticarro, ad assestare strade sterrate su sentieri di montagna per fare transitare carriarmati,

Alzabandiera

addestramento al poligono di tiro. Ricordo in particolare un bel mattino del mese di Aprile, mentre ero di sentinella in una garitta, con fucile in spalla nel bel mezzo della polveriera più grande del Veneto, cioè Portagruaro, il mio turno di guardia era di 2ore e 4ore di riposo per tutte le 24ore del giorno. 

La garitta o posto di guardia, sperduta in mezzo alla campagna, era sopraelevata su un terrazzino cementato e la mia vigilanza, iniziava dalle ore 4 alle ore 6 del mattino, con relativo cambio di personale a fine servizio. 

La polveriera di Portagruaro, era cintata e invalicabilecon diversi posti di vedetta dislocati in vari punti. 

Polveriera di PORTAGUARO

In quel periodo di Aprile, il freddo era ancora intenso, la primavera era già iniziata,  quell'anno, l'inverno rimase senza neve a Udine e dintorni, perciò il clima era molto rigido e l'aria rimaneva molto gelida, durante la notte e le prime ore del mattino.

 Ero ben protetto con doppi maglioni, pantaloni pesanti, calzettoni, pastrano spesso, berretto di lana che mi copriva la testa e il viso, lasciando solo una piccola apertura per gli occhi, guanti e in più per riscaldarmi, avevo a portato di mano, bustine contenente cognac, acquistate allo spaccio militare, riempiendomi le tasche.
sentinella di guardia



 Il terrazzino era cintato da una sottile ringhiera di ferro arrugginita e vi era fissato un faro girevole, manuale, per poter vedere e verificare a destra e a manca, se c'era qualche presenza o rumori sospetti provenire dalla campagna circostante.

 Per passare il tempo, contavo e ricontavo con passi lenti e misurati la metratura del pavimento, calcolavo e ricalcolavo mentalmente l'area, inoltre con la sigaretta fra le labbra e l'accendino acceso, guardavo e leggevo sulle pareti interne ed esterne della garitta, frasi d'amore, nomi di ragazze, di fidanzate, disegni di cuori trafitti e infranti, cuori traboccanti d'amore per l'eternità, dolci e lieti ricordi lasciati dai miei predecessori anni addietro.

 In lontananza, nell'oscurità della notte, vedevo sfrecciare automobili sull'autostrada antistante al perimetro della polveriera, mentre i fasci di luce proiettati dai loro fari, saettavano quà e là verso l'alto, come se dovessero individuare nel buio, chissà quali ostacoli.

 Ogni tanto il mio sguardo era rivolto verso l'alto per contemplare il cielo stellato, mentre la luna, luccicante e nitida, era lì, sospesa nella notte come una grande lampada, emanando il suo chiarore, sprigionando una luce chiara tra il bianco e il grigio e mi guardava muta e immobile come una sentinella.

CIELO STELLATO

Nel cielo brillavano miriade di stelle così lontane che sembravano tanti lumini, chissà pensai, chi potrà mai un giorno, essere umano a raggiungere una stella, camminarci sopra, toccarla, vederla e se fosse abitata da altre intelligenze, che reazioni avremmo noi poveri terrestri?.. attualmente risposta non c'è, dunque,... ai posteri l'ardua sentenza!

 Tutto intorno a me, nel tratto del mio raggio visivo, vedevo erba rinsecchita dal gelo luccicare ai primi tenui chiarori del mattino e rumori lontani si confondevano con altri rumori, lentamente le ombre della  notte, cominciavano a dileguarsi, lasciando spazio alle prime luci del giorno.

 In lontananza, si stavano delineando le creste collinari e montagnose che si stagliavano ancora sonnecchiose all'orizzonte e tutto d'un tratto, ecco che la natura si svela, sono le ore 5,30 del mattino del 20 Aprile.

 "L'ALBA" sui monti e sui colli

 Dietro al profilo collinare, si sta alzando un disco maestoso, l'astro dal colore sfavillante più bello del mondo che si chiama "Sole", "Helios", divinità tanta decantata nella mitologia greca, dal colore giallo oro con sfum
ature rosso-arancione, un disco rotondo, perfetto, brillante che si eleva sempre più come un gigante alle spalle delle creste montagnose, più passa il tempo e più il disco solare s'innalza alto nel cielo, raggiungendo lo zenit e resta lì, immobile per tutto il giorno a scaldare e illuminare la terra con i suoi raggi dorati.

il "SOLE"

Mi commuovo, nel vedere il prodigioso  fenomeno di madre natura che sa imp
ressionare noi umani, scatenando improvvisamente la nascita del giorno, inondando di luce e calore il nostro pianeta. Mi sento così piccolo e impotente, nel vedere con i propri occhi questa metamorfosi: la "notte che diventa giorno" e noi miseri mortali ne constatiamo la grandezza, la bellezza, la potenza, la maestosità e l'immensità di questa trasformazione che ha un nome e si chiama "ALBA", anzi, familiarmente la definirei "Sorella Alba", la "nascita del giorno".

Quando finìi il servizio militare, tornai al mio paesello e dopo qualche mese, andai in vacanza a Noli in provincia di Savona per trascorrere 15 giorni d'Agosto a godermi il sole estivo, abbronzandomi e rinfrescandomi con assidue nuotate , passeggiate sul lungo mare, gustando qualche gelato, respirare la brezza marina sugli scogli. 

NOLI

Osservavo alcuni turisti o forestieri a pescare, che tentavano con le loro lenze di acchiappare all'amo qualche distratto pesciolino, mentre piccole onde del mare si frantumavano contro la scogliera. 

Alla sera assistevo a qualche film nei cinema all'aperto, un pò di camminate sulla spiaggia in riva al mare, scambiando qualche parola con un'amica di turno, conosciuta in spiaggia.

Un pomeriggio inoltrato, cioè verso le ore 17, mi avviai verso il "Castello di monte Ursino", che si erge maestoso e un pò diroccato sulle alture di Noli.

CASTELLO DI MONTE URSINO

Arrivato ai piedi del castello, notai con meraviglia il panorama che si estendeva dinnanzi a me, vedevo il mare immenso colorato di un azzurro intenso, mentre il mio sguardo arrivava fino all'orizzonte, dove si intravedeva la linea immaginaria tra mare e cielo, ma sapevo che il mare non finiva lì, ma, andava oltre.

Il mare in quel momento era calmo, piatto, il sole dal colore giallo intenso e sgargiante, inondava con i suoi raggi lucenti, la superficie del mare indorandola sempre più.

 Qualche motoscafo sfrecciava solcando l'acqua, creando scie di spuma biancastra,

Motoscafo che sfreccia veloce

qualche barca era lì, immobile sul pelo dell'acqua come se dormisse, alcune bianche vele s'inclinavano come virgole all'orizzonte, qualche nuvola bianca e informe, si muoveva lentamente come pecorelle smarrite, mentre il sole caldo rendeva l'aria afosa, mentre la piacevole brezza marina rinfrescava al tatto la mia pelle.

Barche a vela

Mi sedetti su un masso, continuando a contemplare il gioioso panorama marino, mentre, il mio sguardo ogni tanto si posava verso la linea di confine tra mare e cielo.

 Il meriggio solare stava per concludersi, avvicinandosi velocemente all'imbrunire della sera, mentre nel cielo regnava la pace e le poche nuvole rimaste si allontanavano a passo di lumaca, colorandosi di porpora, ed ecco che in poco tempo, il sole, grande astro dorato perfettamente geometrico, calava lentamente dietro la linea dell'orizzonte.

 Il sole sfiorò la superficie dell'acqua ed in pochi istanti si  inabissò, questo, è il risultato di un'altro grande evento di madre natura chiamato "TRAMONTO", che annuncia la sera, la fine del giorno, guardai l'orologio, erano le ore 19,30 del 20Agosto!

 TRAMONTO  SUL  MARE



Osservando tutto ciò, mi pervade l'emozione esaltante del momento, velando i miei occhi di commozione per aver assistito al "Tramonto", un'altro fenomeno di potenza, di energia, la forza della natura che si impone, così vasta, così immensa, che trasforma in due atti, il movimento lento e inesorabile della terra nel confronto del sole, scaturendo nel primo atto il "sorgere dell'Alba", cioè "la nascita del giorno", mentre il "Tramonto", lo accomuno al declino, all'oblio, alla malinconia, al passato, "alla morte del giorno", imponendo noi umani a tuffarci nella notte buia. Speranzosi, aspettiamo nel riposo e nel sonno, il sorgere di una nuova "Alba", per assistere come sempre, fino alla fine dei tempi, alla rinascita di un nuovo giorno, di una nuova vita, nella gioia e nel dolore, nella tristezza  e nella bellezza per ognuno di noi comuni mortali!


                                         
WILLY---Nizza Monferrato-2013'