martedì 22 marzo 2022

CAFFI - LOAZZOLO


                                                               CAFFI--LOAZZOLO



                                                        SANTUARIO  DEI  CAFFI

E' la prima domenica di marzo! Ho lasciato l'automobile in un sentiero di campagna, sono sulle colline del Monferrato, il mio orologio segna le quindici. E' un bel pomeriggio, la temperatura è ideale e intraprendo la mia passeggiata sotto il sole tiepido. M'incammino solitario sulla strada asfaltata verso una salita senza fine, c'è un cartello alla mia destra che indica il nome del paese è  Loazzolo.


segnaletica  per  il  Santuario


                                              LOAZZOLO

                                                             

Mi avvio lentamente con l'impermeabile sbottonato e il cappello in testa. Noto, che la linea bianca di mezzaria è tratteggiata, tratteggiata come il mio vivere, frastagliati sono i periodi della mia esistenza, certe volte sono positivi e alcune volte negativi. Il cielo è azzurro, terso, l'aria è fresca, solo una nuvola si muove lenta, lento è il mio incedere. Cammino senza pensare, ma osservo, vedo alla mia destra e alla mia sinistra solo campagna dai colori ancora sfumati, brulli, marroncini, la stagione invernale sta finendo il suo "ciclo della bella addormentata", fra giorni i colori della natura saranno più vivaci, più belli e inebrianti.


campagna dai colori sfumati


Vedo casolari sparsi qua e là in fondo alla valle e crinali in lontananza, sento l'abbaiare di un cane, il canto di un gallo, voci lontane che si rincorrono, tre galline mi guardano mentre beccano fra le zolle, in cima alla salita c'è una casa gialla, un filo steso con lenzuola appese tra il balcone e un palo di legno, visto così da lontano mi sembra di vedere rioni addobbati a festa.

casolari sparsi nella valle

galline che beccano


casa con panni stesi


C'è una curva, la supero e mi avvio verso la discesa, stavolta la linea bianca di mezzaria è continua, continuo è il mio passeggiare. Inchiodato ad un palo c'è un cartello e leggo: divieto di caccia-zona faunistica.


cartello con divieto


Più avanti sulla mia sinistra c'è un cippo di pietra con numeri romani, forse sta a segnalare i km, alla mia destra ci sono altre valli con tante vigne incastonate, imbruttite da alcuni pali
dell'Enel con i loro fili aerei che ne rovinano la scenografia. Altre colline s'intravedono in
lontananza, i loro colori sono ancora invernali, però a quell'altura, sarà circa  a 600mt
d'altezza, alcune gemme stanno già spuntando sui rami, qualche fogliolina verde s'intravede. 
 Continuo a guardare, ad osservare, vedo spazi intorno a me, non spazi siderali e bui, ma spazi sotto la luce dei raggi solari marzolini; mi fermo davanti ad una grande quercia antica di anni, il tronco è molto largo, la sua corteccia è secca e piena di crepe, si sta staccando a tratti, ne stacco un pezzettino, è come se spezzassi un frammento della sua storia, della sua vita.


vecchia  quercia

Stupito, vedo accanto alla quercia un giovane "pino-marino sempreverde" con i rami deformati dal vento che spira dal mare, la pianta è molto giovane,  sembra che stia lì per tenere compagnia alla vecchia quercia, il colore verde del pino-marino, sta ad indicare il verde della speranza per una ripresa continua, per un vero ritorno al domani per noi uomini e per madre natura, per un futuro migliore e nel frattempo ritorno sui miei passi, felice e sereno.



pino  marino


Intanto, l'aria sferza più forte sul mio viso, alzo il bavero dell'impermeabile per proteggermi il collo, l'aria è sempre più forte, fa stormire le foglie provocando un insieme di suoni melanconici,  come lontane invocazioni, più in là, in alto a destra un nido di gazza sta appollaiato su un ramo di una pianta dal fusto molto alto, forse dimenticato, che svetta allarmato.


nido di gazza

Un colpo di vento fa volar via il mio cappello, lo rincorro, lo riprendo, com'è buffo rincorrerlo, lo tengo stretto nella mano destra e nel frattempo passa una donna anziana che tiene per mano una bambina, forse è una nonna con la sua nipotina, mi guardano come un forestiero, io per educazione le saluto e ritorno all'automobile lasciata sul sentiero con passo lento, non pensando, non fantasticando, ma sempre osservando, nel mentre un rombo di aeroplano si perde lontano, lassù, in alto nel cielo!

   

rombo di aereo nel cielo lontano

            

                                           NIZZA  MONFERRATO-2013'-WILLY

                                     



                                             

 



6 commenti:

  1. Ciao Willy, ancora una serena lettura...
    Giordana

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  2. Molto bello e interessante

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  3. Willy le galline erano solo tre e non quattro. Complimenti per il tuo racconto. Un abbraccio caloroso 🌺 🌼 🌸 😘

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  4. grazie anonimo x il simpatico suggerimento, correzione avvenuta, una svista epocale,...ci può stare, ha, ha!!

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