LO SGUARDO OLTRE LA FINESTRA
Dalla finestra dell'alloggio dal quale guardo, la mia vista rasenta i tetti degli edifici prospicenti e caseggiati di alcuni vicini che sono incastonati e appiccicati l'uno all'altro come grani del rosario in via Gervasio, una via lunga, rettangolare, silenziosa che sbuca nella "Contrada Maestra" Via Carlo Alberto che è la via centrale di Nizza Monferrato.
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VIA GERVASIO |
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caseggiati |
Dove io abito, in lontananza o la fortuna di vedere la cupola tondeggiante a forma di pera della Chiesa della Santissima Trinità e la parte superiore della Torre Civica merlata dove risiede il Palazzo Comunale di Nizza M, in piazza dei "Martiri di Alessandria". Dati Storici: La Chiesa della S.S. Trinità fu edificata su una porzione del Cimitero dell'antica parrocchia di San Giovanni in Lanero nella seconda metà del quattrocento e poi ampliata nella prima metà del cinquecento ed era la sede della Confraternita della S.S. Trinità, i cui confratelli che vestivano la "cappa rossa", erano comunemente detti "battuti rossi". Essa raggiunse negli anni grande importanza nella vita della città, confermata oltre che dai documenti storici, anche dalla notevole architettura dell'edificio sacro e dagli artistici arredi pervenuti, testimoni di una intensa partecipazione civile e religiosa.
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Chiesa della S.S. Trinità |
Dopo un lungo periodo di decadenza che portò la Chiesa sull'orlo del crollo, nei primi anni ottanta del Novecento, venne data in proprietà all'Accademia di Cultura Nicese "L' Erca" che ne curò il restauro, attualmente è sede dell' Associazione che ha per scopi statutari la valorizzazione del patrimonio storico ed artistico e culturale della città. Degli arredi originari rimangono: (la tela della "Natività"- l'Altare di "San Carlo" con la Vetrata originale e la bella Porta dipinta del Tabernacolo-gli Affreschi dei quattro Evangelisti ai bordi della cupola-i tre Armadi della sagrestia importante opera dello scultore nicese Gelvino-la Croce Processionale in legno con i simboli della Passione conservata in sagrestia, la decorazione dei muri è stata ripristinata da artigiani di scuola genovese, mentre le ventuno tele di varia grandezza provengono dall'antico Convento di Clausura delle suore Benedettine, che sorgeva nei locali dell'attuale Ospedale S. Spirito, esso venne soppresso con ordinanza napoleonica e sconsacrata.
Dati Storici: La Torre Civica di Nizza M è alta 30mt ed è inglobata nell'edificio sede Municipale, è tra le più importanti attrazioni della città ed è conosciuta dai nicesi come "el Campanon", fu costruita su sezione quadrangolare nel cuore della città difeso da mura che furono fino alla metà del secolo XVII molto ben munite e fortificate, nel corso dei secoli la torre subì numerosi interventi e adeguamento al gusto delle diverse epoche, nel 1880 venne accolto il progetto di ridefinizione della torre secondo lo stile neogotico, mediante formazione di merlature e costruzione di una scala di accesso al terrazzo.
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TORRE CIVICA |
Durante il duro assedio che la città di Nizza M. subì per opera dei Savoiardi nel 1613, vennero sparati molti colpi di bombarda e di colubrina che tuttavia non fiaccarono, come testimoniano memorie e relazioni la tenace resistenza dei nicesi, sulla muratura del lato nord della torre è ancora visibile una palla di cannone conficcata nel muro. All'interno della torre si trova una grossa campana di bronzo che ancora oggi rintocca a tutte le ore, mentre per tradizione il giorno di Santo Stefano viene suonata a martello per ricordare un antico evento, la campana già sottoposta a dura prova nel 1913 per festeggiare la terza elezione a deputato di Vittorio Buccelli, suona per salutare la fine della "grande guerra" e si rompe, verrà poi rifusa con l'aggiunta del bronzo di un mortaio donato dal Comune di Trieste liberata, il 17/10/1919 venne ricollocata sulla torre, inoltre in uno stanzino a difesa della polvere e dell'umidità da quasi due secoli il meraviglioso ingranaggio dell'orologio campanario, cadenza il lento trascorrere del tempo. E' mattina presto e dalla mia stanza da letto oltre alle tendine che coprono la portafinestra intravedo spuntare i primi chiarori dell'approssimarsi del giorno, è l'inizio dell'aurora che appare improvvisamente e indica il periodo intermedio tra la notte e il giorno accompagnata da una luminosità dolce, soffusa che s'irradia nel cielo come un'ala protettrice che trasborda da un confine all'altro, colori meravigliosi che t'incantano solo a guardarli, è l'aurora che spunta beata e silenziosa con i suoi maestosi colori purpurei mentre il cielo si tinge di colori che vanno dal rosa all'arancio, al giallo, le nuvole riflettono colori dorati all'approssimarsi dell'alba, apparendo con una particolare luce ramata riflessa dalle nuvole con colori bellissimi che sono impossibili da descrivere da spiegare, come se fossero dipinte da una mano immaginaria, invisibile, sovrumana al di là della nostra portata mentale, con lentezza le nuvole si incolonnano uno di fianco all'altra e in silenzio cambiano forma, si disintegrano, si riformano, si ricompongono all'infinito mentre altre forme delineano figure inimmaginabili che si modificano verso un infinito fantasioso.
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è SPUNTATA L'AURORA |
Aurora è collegata al latino Aurum che vuol dire (oro) e simboleggia fertilità e buona sorte, nella mitologia romana era la prima dea che si rinnovava ogni giorno all'alba e volava attraverso il cielo annunciando l'arrivo della mattina. Il silenzio regna fra la finestra e il cielo, in quel momento i miei occhi notano il volo sincronizzato di decine di colombi, alcuni planano sui tetti dei vicini di casa, altri sulle antenne delle tv utilizzate come trespoli che spuntano come funghi in tutte le direzioni, tre di loro si artigliano sulla punta della croce che svetta in alto sulla cima della Chiesa e altri ancora tubano tra le merlature della torre antica del Municipio, il che mi ricorda il poeta Leopardi col suo "passero solitario". La via antica geometricamente in linea retta, diritta, di nome Gervasio (che è il nome di un Santo) che sto guardando dall'alto del balconcino della mia stanza, i miei pensieri zigzagano lontano che sconfinano in altri orizzonti, il presente è vivo tra queste mura dove il mio sguardo si perde oltre i tetti senza un perché, perdendosi nell'immensità di questo cielo tra gli spazi infiniti e profondi silenzi senza un punto di riferimento, mentre sorvolo tutto ciò, ritorno sul nostro vivere temporale che sta accorciando la nostra esistenza e senza rimpianti mi tuffo nel ricordo del "bel tempo che fu".
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VIA GERVASIO |
CON SIMPATIA--WILLY
NIZZA MONFERRATO--22/01/2025