IL TRASLOCO
Chi in vita non ha fatto un trasloco cioè cambiare casa per un'altra dimora? Non parliamo dei traslochi di tanti anni fa quando la maggior parte della gente lavorava in campagna, nei campi, specialmente i contadini, i braccianti, i fittavoli, mezzadri che lavoravano sotto padrone, la stagione agricola finiva a Novembre dopo la semina e potevano restare senza lavoro perché il proprietario non aveva rinnovato il contratto per l'anno successivo.
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Bracciante al Lavoro |
Il contadino che abitava nella cascina per la quale lavorava doveva anche cambiare casa ai primi di Novembre e si avviava verso la cascina per la quale avrebbe lavorato l'anno successivo, caricavano sul loro povero carro trainato da uno stanco cavallo o da un paio di magri buoi indolenti, le loro povere cose, oltre ai figli, materassi, stoviglie, i pochi mobili che possedevano, sedie, qualche tavolo, per trovare un'abitazione decente e vivibile, un lavoro e una paga sufficiente per una vita migliore lo chiamavano il trasloco di San Martino.
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Trasloco di S.Martino |
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Carro Trainato da Buoi |
Nel mio caso familiare, nel 1945, mio padre e mia madre più 4 fratelli arrivarono a Quattordio a fine guerra da sfollati, con pochi averi e si stabilirono in un alloggio fatiscente, io e mia sorella Leopolda nati nel 47' e nel 48' per nostra fortuna non vedemmo tutto ciò, però da fanciulli vivemmo alcuni anni in quel bugigattolo privo di comodità, molto spartano, fin quando ci trasferimmo nel 49' a palazzo Sanfront, secondo trasloco, nell'alloggio indicato dalla ditta Inves dov'era impiegato mio padre.
Palazzo Sanfront |
Il locale era più confortevole come struttura e spazio ma vivevamo in otto, i genitori e sei fratelli, non era un dramma ma si viveva al limite, nel terzo trasloco ci stabilimmo presso casa Torchio in via S. Sebastiano e le condizioni di vita e di abitazione erano migliorate; in quel periodo mio padre non c'era più, scomparso qualche anno prima, tre mie sorelle erano sposate e rimanevo io, mia sorella Beatrice e mia madre Onorina. Quando mi sposai nel 74' andai abitare a Nizza Monferrato dove risiede mia moglie Graziana e nell'80 acquistammo una villetta con un bel giardino, convivendo con i suoceri e successivamente con 2 figli, Enrico nel 77 e Chiara nell'80, nel frattempo, mancarono nel 2002 e 2003 i suoceri mentre i 2 figli studiavano all'università di Pavia e di Torino, oggi risiedono uno a Crema e l'altra a Torino. In questa villetta abitammo fino alla fine di Agosto di quest'anno ed avendo raggiunto una certa età verso gli 80 non puoi più fare i salti mortali e l'abbiamo venduta per starcene più tranquilli per vivere gli ultimi anni della nostra esistenza, senza essere più dipendenti alla cura del giardino, della casa che comporta sempre più manutenzione, riparazioni e mano d'opera, si sa che col tempo le case si logorano e hanno bisogno di ritocchi con più spese.
Villetta Nizza Monferrato |
Da alcuni anni siamo pensionati e abbiamo deciso, di stare a riposo e poterci dedicare alle nostre prospettive di vita, ai nostri hobby, andando ad abitare in un bell'alloggio al centro di Nizza M. con tutte le comodità necessarie, perciò questo è l'ultimo trasloco più importante della nostra vita. Dopo 44anni vissuti nella stessa casa, le radici del nostro vivere si erano ben radicate e traslocando mobili, compresi gli oggetti piccoli e grandi, i ricordi e gli affetti quarantennali vengono a galla facendoti ricordare alcuni passaggi. Svuotando il solaio stracolmo, t'imbatti in grandi e piccoli cose di vario genere che è il classico ambiente dove col passare degli anni tante cose vengono sostituite o si buttano o finiscono lì, con un tripudio di sedie, comodini, poltrone in disuso, piccoli scaffali, qualche materasso e vecchi tappeti, piatti, posate, piccoli vasi inservibili, una bici, tanti giocattoli dei figli quand'erano piccoli, lampade, cornici, quadri, stampe, pentole, cd-dvd, riviste illustrate, vecchi giornali e tanti, tanti libri di scuola dei miei figli dalle elementari alle università, miriadi di libri di lettura del sottoscritto racchiusi in un vecchio baule, vecchie valigie in disuso appoggiate in un angolo, una vecchia chitarra appesa alla parete, un lampadario di traverso dei nonni e sgomberando pian piano il solaio in questi giorni, tutto questo materiale nel tempo, era finito nell'oblio. Il solaio ha qualcosa di arcano quasi fiabesco, quando di sera lo illumini con una lampada portatile per cercare qualcosa, sembra che negli angoli bui ci sia qualcuno che ti osserva, ti spia, ombre astratte che sembrano muoversi al soffio di un il respiro, tutto d'un tratto mi sentivo immerso in un altro mondo, un mondo fatto di vecchi ricordi che ritornavano a galla affollando la mia mente ritornando ai primi anni della mia vita giovanile e cominciai ricordare i miei figli quando da piccoli giocavano e bisticciavano tra loro per impossessarsi dei giocattoli per giocare, sfogliando alcuni loro quaderni delle elementari notavo con meraviglia la calligrafia e gli scritti eleganti, i bei disegni con dediche e annotazioni, libri e diari con etichette variopinte, piccole frasi decorative sul frontespizio e tanti altri, fino ad arrivare ai quaderni e diari più impegnativi, dalle medie al liceo, all'università e mentre guardavo e leggevo frasi inedite mi veniva in mente quando di sera per addormentare mio figlio gli raccontavo qualche storiella inventata sul momento, però dopo un po' sentivo strattonare il braccio, era mio figlio che mi chiedeva ma come finisce la storia? guarda caso mi ero addormentato! In alcune scatole, vecchi album di famiglia primeggiavano sul fondo del contenuto e sfogliandoli apparivano tanti volti, immagini conosciuti di parenti, amici e altri ancora di cui non mi ricordo i nomi e altri ormai scomparsi, questo mondo sepolto, impolverato con qualche ragnatela pendente dalle travi del tetto e negli angoli del solaio si rivela una fonte inesauribile di ricordi, alcuni sfuggenti e qualcuno struggente, traslocare tutto ciò, eliminando le cose superflue, inutili e non più utilizzabili è come potare rami vecchi che ti hanno visto crescere in questa dimora è come sradicare le radici di un vecchio albero e con un po' di nostalgia si esce da questo mondo abitativo per iniziare con più energia e serenità una nuova vita in un nuovo ambiente, sperando di continuare per altri anni in buona salute!
CON SIMPATIA--WILLY
NIZZA MONFERRATO--26/11/2024