Vendemmia
2016—Settembre—Cassinasco
Quest’anno, la vendemmia è stata ne bella ne brutta, purtroppo il clima ha
contribuito negativamente negli ultimi mesi, in certe zone delle langhe la
grandine ha colpito duro nelle campagne di S. Marzano Oliveto, Castelnuovo Calcea, Incisa Scapaccino e
Vinchio, distruggendo vigneti, frutteti e serre coltivate a ortaggi, eliminando
in pochi istanti il lavoro faticoso di un anno dei viticoltori e contadini; di
striscio, la grandine ha lambito alcuni filari di uva moscato a Cassinasco ma
niente di tragico. Nei vigneti di Mirella, ho constatato lungo i filari che i
grappoli in alcuni tratti erano molto belli e corposi, in altri poco maturi.
Vendemmiando in coppia con Mirella, lungo la giornata si parla del più e del
meno, un po’ di tutti gli argomenti quotidiani, della giornata di ieri e
dell’altro ieri, si ricorda il passato, si discute di politica, di economia, di
problemi familiari, di parenti e serpenti, di antipatici vicini di casa e di ex
colleghi di lavoro, “pronto chi chiacchera”!; si citano aneddoti, ci
confessiamo senza se e senza ma,
specialmente senza preti, chi più ne ha più ne metta!
Maria, la mamma di
Mirella è la “solista del nostro
gruppo vendemmiatori” è la più esperta di tutti, belli e brutti ed è molto attenta a non tralasciare grappoli lungo i filari, indicando specialmente quelli degli altri e guai a chi gli tocca “l’orto incolto”, va su tutte le furie e oltre al mal di schiena e qualche giramento di testa è sempre in prima linea, come si diceva in tempo di guerra, “in trincea”, con l'amata e onnipresente “cagnolina Eva sua guardia del corpo” .
Gli acciacchi
dovuti agli anni che passano incombono, si assenta solo qualche ora, ( quando proprio non
ne può più) è una donna straordinaria, in gamba su due gambe e lavoratrice indefessa,
lungo la sua vita agreste ne ha viste di cotte e di crude, alla sua età da
ancora dei punti ai giovani d’oggi! Poi, c’è l’aiutante di fatica, l’uomo
tuttofare di nome Giuseppe, non è il
padre di Gesù, ma è il papà di Marco,
è il premuroso marito pensionato di
Mirella, che si carica lungo tutta la vendemmia le pesanti cassette colme di grappoli sul rimorchietto, aiutando
nei ritagli di tempo, la suocera e la
moglie a staccare l’uva.
Lungo i filari, mentre poti, si trovano ingarbugliate matasse
di grappoli talmente compatte che solo
un abile potatrice come lei può dipanare ed io non mi cimento con le mie
forbici perché rischierei di rovinarli e spargere molti acini, perciò, lei
gentilmente fa il chirurgo ed io” l’assistente senza mascherina!” La professoressa chirurga Mirellina interviene
con le sue manine inguantate munite di “giuriòn
in dialetto piemontese o forbici” a penetrare nel ventre delle corpose
matasse, tagliando e sezionando come si fa con il paziente senza fare danni,
cesella e stacca in un baleno i grappoli, estraendoli uno per uno come fossero sassolini di una cistifellea, manovrando
con facilità e semplicità l’attrezzo per potare come un vero bisturi da chirurgo, questa
abilità è dovuta a una grande manualità, esperienza e passione;… cara Mirella hai sbagliato
mestiere, dovevi fare il chirurgo d’ospedale, facendo svuotare ai pazienti
prima dell’intervento, il “pitale”!!
Con stima e simpatia Colli Tibaldi Antonio-
Ottobre 2016—Nizza Monferrato
Una ilare descrizione di scene bucoliche. Gentile signore, aspirante scrittore, Le suggerirei di cogliere più sfumature nella descrizione dei personaggi principali. Il resto è godibile.
RispondiEliminaAd maiora!
Umberto
grazie anonimo x i suoi suggerimenti!!
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