venerdì 6 gennaio 2023

L'UOMO COL BASTONE--OSPEDALE DI ASTI

 

                                                   L'UOMO  COL  BASTONE


Dalle mie parti c'è un uomo che tutti i giorni cammina lungo il viale principale del paese col suo bastone da passeggio portafortuna, così dice lui. Un bastone nodoso, robusto con manico ricurvo argentato, non è un bastone qualunque , non per ciechi, ma per suo diletto.


L'uomo col bastone

Gli piace camminare lentamente al mattino di buon'ora, muovendo le gambe robuste coperte da pantaloni normali di colore beige dai tubolari abbondanti, con indosso un giaccone antivento, antipioggia di colore grigio sbiadito come il suo viso. Porta occhiali insignificanti dalle lenti grandi e spesse, quando t'incontra accenna un piccolo sorriso indecifrabile come se fosse una smorfia e ti saluta con quegli occhi acquosi da pesce lesso senza dire una parola, sono i suoi occhi inconcludenti che parlano come il guizzo della coda di un  pesce! L'unica cosa bella che indossa è un bel paio di scarponi ai piedi, li calza come se dovesse scalare le montagne, in testa porta un cappello per metà da sole e l'altra metà da pioggia dal colore indefinito, un cappello da usare secondo il tempo, cioè sempre, ed è calcato sulle 23, chissà perché!..(c'è anche la rima!) E' alto di statura e corpulento come fisico, l'età è di circa settant'anni, cammina sempre adagio e guarda a caso, invece di avviarsi sul marciapiede destro della strada, si sposta quasi in mezzo alla via, come se volesse farsi investire da un'auto, alcune volte si mette di traverso, non ha il senso dell'orientamento è ridicolo e buffo nello stesso tempo; si muove lentamente e faticosamente, le sue robuste gambe sono come le zampe di un elefante e con il suo deretano spesso come un materasso compromette il suo passo, la sua andatura è molto lenta, arrivando al centro del paese allo scoccare delle 12,...e addio pranzo!!

                                                     OSPEDALE   DI  ASTI

Ospedale di Asti-entrata

Seduto sul muretto prospiciente all'entrata dell'ospedale di Asti, osservavo l'andirivieni delle persone che entravano e uscivano in continuazione attraverso la porta scorrevole d'ingresso in vetro e sciamavano dall'edificio in tutte le direzioni.


Entrata Ospedale

Era un pomeriggio d'estate e stavo aspettando la moglie che uscisse dall'ospedale, era da un pezzo entrata per recarsi ad una visita prenotata da tempo. Nel frattempo, appoggiato al muretto circondato da molteplici aiuole verdeggianti  con qualche fiore  qua e là, osservavo il via vai della gente che entrava e usciva   da quella famigerata porta scorrevole. Con meraviglia notavo il passaggio di alcune persone vestite in un certo modo, chi gesticolava, chi parlava ad alta voce, chi fumava, chi rideva, chi parlava al telefono, chi canticchiava con un gruppo di amici, chi spingeva carrozzelle con persone disabili e non, chi zoppicava, alcune di loro erano sedute su panchine provvisorie, piazzate apposta nel giardino dell'ospedale e chiacchierando animatamente con il cellulare in mano, tutto sembrava surreale, eppure era una giornata normale di chi doveva recarsi in questo edificio per vari motivi. Dopo un'oretta circa  mi alzai per far due passi, sgranchirmi le gambe, sul viso portavo occhiali da sole e da lì con curiosità intravedevo il proseguire delle persone. Il tempo scorreva lentamente,  mia moglie  non compariva ancora, provai telefonargli, ma nessuna risposta arrivò, voleva dire che era ancora impegnata, allora m' incamminai  nei paraggi girovagando qua e là, a guardarmi attorno, adocchiando sempre l'andirivieni della gente e in un secondo tempo mi sedetti di nuovo, curiosando, osservando, e ad un certo punto si mise accanto a me un signore qualunque su per giù della mia età e cominciò ad attaccare bottone parlando del più e del meno, le solite cose, il tempo, il governo ladro, la politica da schifo, l'agricoltura che va a ramengo, la siccità e via dicendo, fin quando il rompicoglione se ne andò per i fatti suoi e finalmente mi rilassai! In quell'istante uscirono due persone di una certa età, un uomo e una donna, forse erano marito e moglie o fidanzati, o amanti chi lo sa; l'uomo era claudicante  con due stampelle sotto le ascelle, forse aveva subito un trauma agli arti inferiori dopo un incidente, mentre la donna poggiava la mano sul pomello del bastone da passeggio e confabulavano tranquillamente fra loro stando attenti  di non incespicare camminando. La maggior parte delle persone portavano la mascherina appiccicate al naso, alla bocca, nel frattempo uscì un giovanotto robusto dal fisico prestante, vestito con una maglia di colore blu a mezze maniche indossava un paio di pantaloni corti di colore nero abbinati ad un paio di scarpe bianche sportive con in testa un cappellino nero da baseball con visiera, gli auricolari gli pendevano dalle orecchie, le gambe erano belle robuste, aveva un bel viso, ogni tanto gesticolava ritmando le canzoni che ascoltava, sembrava un pavone ruspante  che faceva la ruota in mezzo alla gente per farsi notare. Dopo un po' uscirono dalla solita porta scorrevole, una madre e una giovane ragazza molto belle, la madre era un bel figurino vestita molto sobriamente, mentre la ragazza credo sia stata la figlia per via del viso molto somigliante alla donna, anche lei era ben vestita, ma purtroppo fisicamente il suo posteriore era sproporzionato, il suo sederone era imprigionato in un jeans nero che lo evidenziava ancor di più! Subito dopo, uscì una donna orrendamente vestita; aveva stivaletti neri ai piedi dal tacco alto e consumato, pantaloni aderenti neri, una maglia gialla da "mille e una notte", con in testa  un cappellino giallo pure lui da spaventapasseri, capelli biondi, un rossetto vistoso sulle labbra, il viso pieno solcato da rughe, gli occhi strabici, una borsetta nera nella mano destra, il cellulare nella sinistra e continuava a parlare e sorridere con la sua amica a fianco, pure lei vestita male, una coppia male assortita ma nello stesso tempo dall'aspetto simpatico! Poco tempo dopo uscì una ragazza carina che spingeva una carrozzella e seduta c'era una donna anziana, ogni tanto agitava una mano per indicare alla giovane dove andare, non so se se era una badante o la nipote o una conoscente che si prestava alla bisogna. Il bello del vivere quotidiano delle persone è quando ti trovi in certi momenti della giornata a condividere azioni, emozioni, movimenti, di trovarsi in un certo ambiente circondati da persone che non conosci che però guarda a caso seduti in un angolo di un caffè o di un bar, o di un giardino pubblico, o in treno e tanto altro, ti viene voglia di guardare, scrutare e sorridendo descrivere tanti fatti della giornata con simpatia, allegria, ironia,  non siamo tutti uguali ed è questo il bello della vita!

 

                                      Con  simpatia  e  ironia,  " WILLY"!

                                           Nizza  Monferrato--6/01/2023

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